
19 Maggio, 2025 Esperienze “on the job” utili per capire cosa fare dopo la scuola
Esperienze “on the job” utili per capire cosa fare dopo la scuola
Il Sole 14 Ore – La voce dell’impresa
«La formazione contaminata con esperienze di lavoro è oggi centrale per gli studenti, per renderli più consapevoli», ci racconta Katia Abondio, CEO di Fedabo, una energy service company (ESCo) con un centinaio di collaboratori e con sede a Darfo Boario Terme (Bs), che da oltre 25 anni gestisce l’energia nel modo più concreto, aiutando le imprese a ottimizzare costi e consumi, con lo sguardo rivolto alla sostenibilità.
«Crediamo molto nel dialogo con scuole, studenti e famiglie – ha proseguito Abondio –. Ci siamo messi in contatto con cinque istituti scolastici della Valle Camonica e abbiamo messo in pista un questionario, realizzato dai ragazzi, che ha coinvolto quasi 1.600 alunni di terza, quarta e quinta superiore. Ebbene i risultati emersi sono molto indicativi: il 58,8% degli studenti ha risposto che aver svolto un percorso di scuola-lavoro – oggi si chiama PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, ndr) – durante il percorso scolastico, è risultato decisivo per capire cosa fare dopo».
In un Paese stretto tra denatalità (ogni anno perdiamo 100/110mila studenti sui banchi) e profonde rivoluzioni in atto nel mondo del lavoro, se non si punta su un buon orientamento, si rischia di penalizzare ragazzi, imprese e territori, soprattutto quelli piccoli o situati in località a rischio invecchiamento e spopolamento (come la Valle Camonica).
«Sempre dal sondaggio – ha detto ancora Abondio – è emerso come tanti studenti non abbiano le idee chiare sul futuro, solo l’8% delle ragazze apprezza le discipline scientifico-tecnologiche (STEM), e quasi un giovane intervistato su cinque (il 17,9%, per l’esattezza) non vuole rimanere in Valle Camonica. Ecco perché il dialogo tra scuola e imprese, e la possibilità di contaminare questi mondi, è oggi sempre più fondamentale per far conoscere tutte le opportunità che esistono in un determinato territorio. In quest’ottica, è strategico formare anche i docenti, a cominciare dagli insegnanti delle medie, per farli uscire dalle loro aule e farli entrare più spesso nelle nostre aziende, dove ogni giorno sperimentiamo l’innovazione».
«Ai ragazzi che a giugno sosterranno l’esame di Maturità dico di seguire sempre le proprie inclinazioni e passioni, e di fare tante esperienze – ha evidenziato la CEO –. Anche noi come Fedabo facciamo la nostra parte, con il progetto Voce. Ogni anno una quarantina di studenti provenienti dal liceo, da ragioneria, dall’informatica, svolgono circa 110 ore di scuola-lavoro. Gli facciamo realizzare una Comunità Energetica. È un progetto multimediale e i giovani fanno cose molto pratiche. Si parte da uno studio di fattibilità, che è poi alla base, ad esempio, del lavoro di geometri, architetti, ingegneri; per arrivare agli studi economici fino alla strategia di comunicazione e all’utilizzo degli strumenti informatici. Con questa iniziativa i ragazzi toccano con mano il mondo del lavoro e allo stesso tempo li orientiamo per farli restare nel nostro territorio».