World Energy Outlook: Cina primo consumatore energetico, sicurezza energetica ed emissioni rimangono centrali

World Energy Outlook: Cina primo consumatore energetico, sicurezza energetica ed emissioni rimangono centrali

Lo scorso 9 dicembre è stato presentato a Roma “World Energy Outlook 2019″, il report a cura dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE).

Dal documento emerge come la domanda mondiale di energia sia ancora largamente soddisfatta dalle fonti fossili (31% oil, 27% carbone e 23% gas). Prendendo in considerazione la sola generazione elettrica, le principali fonti coinvolte sono invece il carbone (38%), il gas (23%) e l’idroelettrico (16%). L’eolico rappresenta il 5% e solare fotovoltaico il 2%.

Nel contesto attuale si evidenzia una sostanziale stabilità  del mercato petrolifero nonostante le incertezze geopolitiche. Emerge inoltre la necessità  di ridurre le emissioni pur a fronte di un trend della CO2 che continua a crescere (nel 2018 massimo storico) e la necessità  di fornire accesso universale all’energia a fronte di 850 milioni di persone che ancora oggi vivono senza elettricità .

Guardando al futuro il report elabora diversi scenari.

“Continuare a muoversi lungo la traiettoria attuale (Current Policies Scenario) con una domanda energetica che cresce del 1.3% l’anno da qui al 2040 e le emissioni di CO2 che crescono di un quarto.

Seguire una strada che prenda in considerazioni le nuove politiche e target ad oggi dichiarati (Stated Policies Scenario) con una domanda globale di energia che cresce dell’1% l’anno, con tutte le fonti energetiche – ad eccezione del carbone – in crescita e con emissioni che aumentano senza registrare un picco entro il 2040.

Intraprendere uno scenario in linea con gli obiettivi di Parigi (Sustainable Development Scenario) che porti a una domanda globale di energia nel 2040 inferiore ai valori attuali ed emissioni di CO2 che diminuiscono fino a raggiungere il livello net-zero nel 2070.

Nel definire il percorso da seguire sicurezza energetica ed emissioni rimangono centrali. In particolare, sul fronte della sicurezza energetica, gli Stati Uniti giocano un ruolo sempre più importante nel panorama energetico mondiale (rappresentano l’85% della crescita globale di petrolio e il 30% di quella gas da qui al 2030) determinando un minor peso dell’OPEC e della Russia sulla produzione petrolifera mondiale (47% nel 2030 vs 55% nei primi anni 2000); il  Medioriente rimane il principale fornitore di petrolio a livello globale (lo stretto di Hormuz rimane una delle rotte principali); l’aumento della flessibilità  del sistema power diventa fondamentale per mantenere il passo con il crescente fabbisogno di elettricità  (nello scenario STEPS il solare PV diventa la principale fonte per capacità  installata nel mondo). Sul fronte dell’efficienza energetica è necessario un continuo miglioramento: nel 2018 l’intensità  energetica dell’economia mondiale si è ridotta solo dell’1,2%, un valore ben inferiore al 3% annuo che sarebbe necessario nello scenario SDS”.

La Cina è destinata a rimanere il primo consumatore energetico in tutti gli scenari mentre l’India è la regione con la maggior crescita della domanda energetica. L’80% del commercio petrolifero internazionale nel 2040 (nello scenario STEPS) è destinato all’Asia, in parte dovuto al raddoppio delle importazioni in India. In tale area rimane comunque aperta la sfida tra carbone, gas naturale e rinnovabili per fornire elettricità  e calore alle economie emergenti asiatiche. La domanda energetica cresce anche in Africa per effetto di una rapida crescita della popolazione che entro il 2040 supererà  oltre 2 miliardi (aumentando di oltre 600 mln solo nelle città ).

Grazie alle recenti scoperte, il gas rimane centrale a supportare la crescita industriale del continente e offre una buona fonte di flessibilità  per il power.

Per costruire uno scenario sostenibile le emissioni devono invertire rotta puntando a NET ZERO EMISSION al 2070 e per raggiungere tale obiettivo è necessario un impegno condiviso.

Non esiste un’unica fonte e una sola soluzione ma tutti i settori energetici devono essere coinvolti per traguardare l’obiettivo di NET ZERO EMISSION al 2070. La riduzione del gap di emissioni al 2050 tra gli scenari STEPS e SDS sarà  possibile grazie a: efficienza energetica (37%), rinnovabili (32%), CCUS (9%), fuel switching (8%), nucleare (3%) e altro (12%). In ogni caso, nel processo di transizione vanno considerate le emissioni vincolate nella configurazione del sistema energetico attuale (le centrali a carbone sono ad oggi responsabili del 30% delle emissioni e molti di questi impianti sono ancora giovani) e le reti gas possono offrire uno strumento cruciale di flessibilità  anche nel lungo termine grazie a prodotti come l’idrogeno low-carbon e il biometano”.