UE DIVISA SULL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO

UE DIVISA SULL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO

Nuove sanzioni per la Russia. Embargo: non tutti i Paesi concordano. Aumenta l’importazione di prodotti petroliferi dalla Russia verso la Cina.

Intervenuta ieri al Parlamento Europeo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha illustrato il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia, che comprende l’embargo del greggio entro 6 mesi e dei prodotti petroliferi entro fine anno. La proposta dev’essere accettata da tutti e 27 gli stati membri, ma ha già incontrato le prime opposizioni. L’Ungheria non voterà la proposta a meno di un’esenzione per il proprio paese; anche Slovacchia e Repubblica Ceca hanno dubbi sul blocco delle importazioni di petrolio. Tutti e tre i Paesi sono fortemente dipendenti dal petrolio russo. Nelle intenzioni della Commissione Europea, l’embargo del petrolio russo non deve avere un impatto troppo forte sui prezzi. Se i prezzi aumentassero, infatti, questo danneggerebbe gli alleati e farebbe guadagnare più soldi alla Russia.

Intanto, mentre gli europei si preparano all’embargo la Cina sta acquistando petrolio russo a prezzi scontati. Le raffinerie indipendenti cinesi (si legge in un articolo del Financial Times) stanno comprando il greggio a un prezzo scontato di  35 dollari al barile rispetto al Brent. Le importazioni di greggio e prodotti petroliferi russi sono aumentate di 86mila barili al giorno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.