28 Apr Rinnovabili: il settore eolico è in sofferenza, ANEV chiede di intervenire
ANEV richiama l’attenzione sulla sofferenza nel quale si trova il settore eolico penalizzato più di altri dall’emergenza sanitaria e dai bassi valori dell’energia in borsa.
Il comparto eolico si è da subito organizzato nel riconvertire i processi di produzione, di gestione e di manutenzione al fine di garantire il servizio ma, a differenza degli impianti fossili, ha la particolarità di essere distribuito sul territorio e quindi ha necessità di avere una rete di manutentori più ampia e ramificata che ha richiesto maggiori oneri. “Nel contempo il mercato elettrico ha visto ridurre i valori del PUN fino ad essere più che dimezzato. Inoltre i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili, a differenza di chi usa combustibili fossili, non hanno potuto beneficiare della riduzione dei costi dovuti alla riduzione dei combustibili fossili. Infatti il sistema di remunerazione degli impianti FER vede un ricavo complessivo riconosciuto dal prezzo dell’energia elettrica espresso dal mercato e una quota incentivo calcolata con il prezzo medio dell’anno precedente. Pertanto in questa fase di depressione straordinaria e imprevedibile dei prezzi, la sofferenza delle aziende del settore rinnovabile è gravissima e si somma alla esponenziale crescita dei costi e rischia di far fallire alcune realtà “.
Continua ANEV, “gli imprenditori eolici stanno soffrendo le perdite economiche di una situazione straordinaria senza chiedere nulla, è tuttavia necessario che, se la situazione dei ricavi resta cosଠdepressa, il Governo ragioni su possibili azioni che consentano di mettere in sicurezza le attività di produzione indispensabili alla vita normale e alla ripartenza del sistema Paese”.
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Il GSE segnala che, nel periodo gennaio-febbraio 2020, il biometano ammesso ai meccanismi del DM 2 marzo 2018 è stato di circa 74 mln Sm3 all’anno, il 6,7% del limite massimo ammesso pari a 1,1 miliardi di standard metri cubi.
“Per quanto riguarda la produzione di biometano avanzato, nel medesimo periodo, risultano 12.870 CIC oggetto di ritiro da parte del GSE per un controvalore di circa 4,8 milioni di euro. Il GSE ha incentivato circa 8,2 milioni di Sm3 dei quali ha fisicamente ritirato e collocato sul mercato circa 7,5 milioni di Sm3, per un controvalore di quasi 0,9 milioni di euro. Con riferimento invece alla produzione di biocarburanti avanzati, nel 2019, risultano 108.033 CIC oggetto di ritiro da parte del GSE per un controvalore di circa 40,5 milioni di euro. Si precisa che poichà© l’aggiornamento avviene su base trimestrale, i dati relativi alla produzione di biocarburanti avanzati riferiti al primo trimestre dell’anno non sono ancora disponibili”.