28 Set RINNOVABILI E UTILIZZO DEL TERRITORIO
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, nell’ambito di un question time, ha innanzitutto fatto presente la necessità che il nostro Paese raggiunga gli obiettivi di transizione ecologica che ci si è prefissati. A tal fine va realizzato un forte impulso alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Attualmente si installano circa 0,8-0,9 gigawatt annuo di fonti rinnovabili. Si deve però arrivare a moltiplicare per dieci questa cifra. Per il Ministro è “però evidente che abbiamo bisogno di produrre cibo sano, di qualità, distintivo, eccellente per tutta la popolazione e anche per le nostre esportazioni. È chiaro, quindi, che questi due elementi devono coesistere e io ritengo che ci sia il modo per farli coesistere”.
Il Ministro ha condiviso le preoccupazioni per l’articolo 18 del Dlgs Fer sull’esproprio, che individua come intervento di utilità pubblica la realizzazione degli impianti. “L’idea è quella di avere un processo rapido di autorizzazione, ma non quella di espropriare gli agricoltori dei loro terreni; attraverso, invece, l’articolo 31 e le linee guida, sarà proprio quella di mettere dei limiti molto chiari alle tipologie di intervento di terreno da utilizzare. In Italia ci sono 16,7 milioni di ettari di superficie agricola disponibile e 13,2 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata. Ci sono delle aree e io ritengo che si debba individuare quelle aree industriali dismesse e quelle aree non utilizzate”.
Il Ministero mira alla realizzazione degli impianti fotovoltaici sulle coperture degli edifici e non a terra. “La produzione incentivata di energia elettrica da campo fotovoltaico è prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza con la misura dell’agrovoltaico, che prevede però la coltivazione sottostante. Io ho alcune perplessità su questo e l’ho espresso più volte. Segnalo, però, le linee guida che stiamo predisponendo con il CREA, che saranno disponibili nel minor tempo possibile, soprattutto con riguardo ai meccanismi incentivanti, che non dovranno far diventare aziende energetiche le nostre aziende agricole ma che dovranno incentivare l’investimento e non il kilowattora, perché altrimenti gli agricoltori daranno in affitto i loro terreni a società energetiche, che produrranno energia, ma lì sotto non si coltiverà niente”.