Presentato ufficialmente il Green Deal europeo, il parlamento UE chiede di osare di più

Presentato ufficialmente il Green Deal europeo, il parlamento UE chiede di osare di più

Il 14 gennaio è stato presentato a Bruxelles il Green Deal, il piano di investimenti attraverso il quale l’Unione europea si è impegnata a diventare il primo blocco di Paesi al mondo a impatto climatico zero entro il 2050. Si prevede che l’intera azione mobiliterà  almeno 1.000 miliardi di euro di investimenti.

Tutti gli Stati membri, le regioni e i settori dovranno contribuire alla transizione, tuttavia la portata della sfida non è la stessa per tutti. Infatti, alcune regioni saranno particolarmente colpite e subiranno una profonda trasformazione socioeconomica. Il meccanismo per una transizione giusta fornirà  loro sostegno pratico e finanziario su misura al fine di aiutare i lavoratori e generare gli investimenti locali necessari.

La transizione potrà  contare su “tre fonti principali di finanziamento.

1) Il Fondo per una transizione giusta, per il quale saranno stanziati 7,5 miliardi di ‚¬ di nuovi fondi UE, che si sommano alla proposta della Commissione per il prossimo bilancio a lungo termine. Per poterne beneficiare gli Stati membri dovranno individuare i territori ammissibili mediante appositi piani territoriali per una transizione giusta, di concerto con la Commissione. Dovranno inoltre impegnarsi a integrare ogni euro versato dal Fondo con contributi dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dal Fondo sociale europeo Plus, nonchà© con risorse nazionali supplementari. Ciò dovrebbe tradursi in finanziamenti totali dell’ordine di 30-50 miliardi di ‚¬, che mobiliteranno a loro volta ulteriori investimenti. Il Fondo per una transizione giusta concederà  principalmente sovvenzioni alle regioni: sosterrà  i lavoratori, aiutandoli ad esempio ad acquisire abilità  e competenze spendibili sul mercato del lavoro del futuro, e appoggerà  le PMI, le start-up e gli incubatori impegnati a creare nuove opportunità  economiche in queste regioni. Sosterrà  anche gli investimenti a favore della transizione all’energia pulita, tra cui quelli nell’efficienza energetica;

2) un sistema specifico per una transizione giusta nell’ambito di InvestEU, che punta a mobilitare fino a 45 miliardi di ‚¬ di investimenti. Lo scopo è attrarre investimenti privati a beneficio delle regioni interessate, ad esempio nei settori dell’energia sostenibile e dei trasporti, e aiutare le economie locali a individuare nuove fonti di crescita; 

3) uno strumento di prestito per il settore pubblico in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, sostenuto dal bilancio dell’UE, che dovrebbe mobilitare investimenti compresi tra 25 e 30 miliardi di ‚¬. Servirà  ad accordare prestiti al settore pubblico, destinati ad esempio agli investimenti nelle reti di teleriscaldamento e alla ristrutturazione edilizia. La Commissione presenterà  la relativa proposta legislativa a marzo 2020″.

Nella seduta del 15 gennaio il Parlamento UE ha espresso il proprio supporto al piano, ma nel contempo ha chiesto di osare di più chiedendo di adottare una normativa più ambiziosa in materia di clima e di portare al 55%, rispetto ai livelli del 1990, l’obiettivo dell’UE per il 2030 in materia di riduzione delle emissioni interne di gas ad effetto serra (invece che “tra il 50% e il 55%”, come proposto dalla Commissione). Inoltre ha esortato la Commissione sia a presentare quanto prima una proposta in tal senso, sia auspicando l’introduzione di obiettivi intermedi dell’UE per il 2040.