17 Lug Presentato il rapporto sugli Energy Manager 2018, ora sono 2.315
Quella del Responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia, è una figura obbligatoria per le realtà industriali caratterizzate da consumi superiori ai 10.000 tep/anno e per le realtà del settore civile, terziario e trasporti che presentino una soglia di consumo superiore a 1.000 tep/anno; è poi sempre possibile procedere alla nomina volontaria anche se non obbligati.
Nella tabella pubblicata, si può notare come dai soggetti obbligati del settore industriale provenga il 28% delle nomine e da quello terziario il 30%. Nell’altra tabella si fornisce invece la distribuzione numerica delle nomine comprensive di quelle provenienti sia da soggetti obbligati, sia da soggetti volontari.
Continua quindi il trend di crescita delle nomine che ha raggiunto nel 2017 il numero di 2.315 (1.564 da soggetti obbligati e 751 da soggetti non obbligati).
Richiamiamo l’attenzione sulla parte dedicata agli energivori, rispetto ai quali la FIRE ha condotto un’indagine con l’obiettivo di capire se e quanto le nuove agevolazioni concesse agli energivori possano incidere negativamente sui futuri investimenti in efficienza energetica, cogenerazione e fonti rinnovabili e se esse rappresentino un effettivo supporto alla competitività delle imprese.
“Molte delle imprese manifatturiere (circa il 70%) che hanno risposto al questionario, ritengono le agevolazioni poco o per nulla impattanti, quindi la maggior parte degli investimenti previsti verrà presumibilmente realizzata. Tuttavia una parte non trascurabile delle risposte, circa il 30%, considera il provvedimento penalizzante per gli investimenti in efficienza energetica. La stessa domanda rivolta su tecnologie specifiche di autoproduzione dell’energia, quali la cogenerazione/trigenerazione e le fonti rinnovabili (FER), mostra un aumento della percentuale di imprese (dal 30% al 40%) che ritengono l’agevolazione data agli energivori penalizzante per tali investimenti. Tuttavia, un 60% circa delle imprese resta dell’idea che il provvedimento normativo sia poco o per nulla impattante sulla realizzazione di tali misure.
Altro aspetto interessante, e tutt’altro che scontata, risulta essere la risposta positiva delle imprese ad una eventuale subordinazione delle agevolazioni concesse agli energivori all’adozione di un sistema di gestione dell’energia certificato ISO 50001. Un simile approccio, già adottato in Germania, impegnerebbe le imprese a un miglioramento continuo in termini di efficienza energetica, garantendo nel tempo una riduzione della quota di energia soggetta alle agevolazioni (e dunque un minore costo per le imprese non agevolate)”.