Presentato il quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia

Presentato il quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia

E’ stato presentato il “Quarto Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia” che verrà  poi trasmesso al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia.

La necessità  di preservare e ripristinare il capitale naturale per garantire una ripresa duratura è stata riconosciuta dall’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile e dal Green Deal europeo. Nell’impostare la quarta edizione del rapporto, “gli esperti hanno concordato sull’importanza strategica di tenere in considerazione ciò nell’ambito della transizione economica prevista dal programma integrato del Next Generation EU, da sviluppare attraverso un Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che dedichi il 37% delle risorse alla biodiversità , ad azioni per il clima e all’adattamento ai cambiamenti climatici, anche in virtù dei nuovi impegni comunitari derivanti dalla Strategia europea per la biodiversità  al 2030 e alla Strategia Farm to Fork per una migliore sostenibilità  ecologica di tutta la filiera agroalimentare”.

 Per il Comitato, “la nostra deve essere la prima generazione capace di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità  dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato. Per questo si suggerisce che il Pnrr includa una grande opera pubblica di ripristino degli ambienti terrestri e marini attraverso la creazione di infrastrutture verdi e soluzioni basate sulla natura, rispondendo altresଠall’impegno delineato dal decennio delle Nazioni Unite sull'”Ecosystem Restoration” 2021-2030 e consentendo di affrontare l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Il Ministro Cingolani ritiene fondamentale “puntare sulla riforestazione, sul miglioramento delle aree fluviali, sui programmi per i parchi e il mare, sulla riconnessione degli ecosistemi, sul turismo verde, sul monitoraggio del capitale naturale, includendo la decarbonizzazione, la circular economy, lo stop al consumo di suolo, il recupero delle aree degradate, le infrastrutture idriche, la mobilità  urbana, senza dimenticare la pianificazione delle risorse”.