PIL IN NEGATIVO IN CASO DI BLOCCO DEL GAS RUSSO

PIL IN NEGATIVO IN CASO DI BLOCCO DEL GAS RUSSO

Secondo un’analisi di Ficht, il blocco del gas russo porterebbe in negativo i Pil europei ma l’Italia si riserverebbe una gamma più ampia di opzioni.

Secondo le analisi di Fitch, un eventuale blocco dell’import di gas russo manderebbe  l’Unione  europea  in  recessione,  con un effetto negativo sul Pil Ue dell’1,5-2%, del 3% sulla Germania e del 2,5% sull’Italia. Il report pubblicato da Fitch  pare  in  linea  con  quanto  prospettato  da  S&P  nei  giorni  scorsi.  La Ue, sottolinea il report, “ha una strategia credibile per mitigare gli effetti peggiori di uno stop alle importazioni di gas dalla Russia nel  2023,  subordinata  però  a  rapidi  aggiustamenti dell’equilibrio tra offerta e domanda” ed è quindi in grado di “resistere alla crisi del gas russo” anche “se non senza dolore”. Secondo  gli  analisti  “l’impatto  economico  dello  shock  del  gas  dovrebbe  attenuarsi  notevolmente nel 2024, con l’adeguamento delle strutture produttive e dei modelli di consumo e l’entrata in funzione di nuove infrastrutture per l’importazione di gas”. Nel frattempo, però, prosegue il report “la vulnerabilità economica  di  un’interruzione”  risulta  “ancora  molto  elevata,  nonostante  i  recenti  sforzi  aggressivi  per  diversificare  le  fonti  di  importazione,  in  particolare il gas naturale liquefatto”. Inoltre, un eventuale razionamento dei consumi “amplificherebbe le perturbazioni economiche”. Quanto all’Italia il nostro Paese “entra nello scenario di interruzione del gas russo con una gamma  di  opzioni  più  ampia  di  altri  Stati  Ue,  alla  luce  della  sua  capacità  di  operativa  di  rigassificazione di Gnl di 14 miliardi di metri cubi e all’esistente gasdotto con l’Algeria”.  A  fronte  di  un  consumo  storico  di  circa  29  miliardi di metri cubi di gas russo, Fitch si attende che il nostro Paese “sarà in grado di modellare meglio di altri Paesi il suo mix di forniture per far fronte all’atteso calo delle importazioni russe, che nel nostro scenario scenderanno a 8,7 miliardi di metri cubi nel 2022 e a zero nel 2023”.  Ciò  grazie  a  9  miliardi  di  metri  cubi  in  più dall’Algeria e a una capacità aggiuntiva di rigassificazione di 8,8 miliardi nel 2023.