
12 Giu Per l’Italia si prevede al 2030 più fotovoltaico e meno carbone, senza la necessità di dotarsi di altri impianti gas
Con riferimento specifico anche all’Italia, lo studio (link) costruisce e analizza per il 2030 due scenari, uno “base” ed uno più ambizioso.
Per l’Italia sono stati individuati i seguenti risultati.
“L’eliminazione del carbone non comporta costi maggiori: i costi derivanti dallo sfruttamento maggiore degli impianti a gas esistenti e da ulteriori investimenti nel fotovoltaico sono compensati dai risparmi derivanti da una diminuzione del consumo di carbone e una ridotta importazione di elettricità .
L’Italia può permettersi l’eliminazione del carbone senza dotarsi di ulteriori impianti a gas.
Entro il 2030, il fotovoltaico potrebbe raggiungere una capacità installata complessiva di 52 GW, cioè un aumento del 174% rispetto al 2015 (19 GW), contribuendo a soddisfare più del 22% della domanda di elettricità in Italia. Inoltre, insieme ad uno sviluppo dell’eolico di 18 GW (cioè un aumento del 100% rispetto ai 9 GW del 2015), nonchà© delle biomasse e dell’idroelettrico, le energie rinnovabili possono contribuire per il 59% al consumo interno di elettricità . Ciò può essere raggiunto senza costi aggiuntivi ma richiede una revisione degli obiettivi al 55% della SEN per il 2030. Risparmi energetici e cooperazione regionale sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo del 59%.
La produzione interna di energia rinnovabile insieme al maggiore utilizzo degli impianti a gas, alle maggiori importazioni di elettricità e ad una gestione intelligente e flessibile dei consumi, rappresentano un mix elettrico solido e conveniente.
Le importazioni di elettricità e la cooperazione regionale rappresentano soluzioni strategiche e convenienti al fine di ridurre il peso della bolletta elettrica e aumentare la sicurezza energetica, sia per l’Italia che per i Paesi limitrofi.
La gestione della domanda attiva e lo stoccaggio giornaliero attraverso i veicoli elettrici sono fondamentali per soddisfare il fabbisogno di flessibilità richiesto dall’aumento delle rinnovabili (soprattutto del FV). Le interconnessioni sono strategiche sia per aumentare la flessibilità sia per sostituire l’energia elettrica da carbone con importazioni a basso costo e basso impatto ambientale”.