Ora legale, tra risparmi e scelte europee

Ora legale, tra risparmi e scelte europee

Domenica 28 marzo ritornerà  l’ora legale e le lancette dell’orologio dovranno essere spostate in avanti di sessanta minuti e bisognerà  attendere il 31 ottobre 2021 per il ritorno di quella solare. Come noto, il Parlamento Europeo ha sostenuto la proposta della Commissione Ue di porre fine al cambio stagionale dell’ora dal 2021, invitando i Paesi Ue a coordinare le loro decisioni per garantire che l’applicazione dell’ora legale in alcuni Paesi e dell’ora solare in altri non perturbi il mercato interno. L’Italia ha scelto di mantenere l’alternanza tra ora solare e quella legale. Vedremo se si troverà  una qualche forma di coordinamento tra i diversi Stati.

Secondo quanto rilevato da Terna, nel 2020 i benefici dell’ora legale hanno determinato un risparmio pari a 400 milioni di kWh (quanto il consumo medio annuo di elettricità  di circa 150 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 205 mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 66 milioni di euro.

Lo scorso anno i valori sono stati fortemente influenzati dalla complessiva riduzione dei consumi energetici dovuta alla chiusura delle attività  per effetto dell’emergenza sanitaria. Per il 2021, pur permanendo una situazione di incertezza legata alla pandemia, secondo i dati attualmente disponibili ci si attende un parziale recupero del fabbisogno energetico.

Dal 2004 al 2020 Terna ha rilevato che il minor consumo di elettricità  per l’Italia dovuto all’ora legale è stato di circa 10 miliardi di kilowattora e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di 1 miliardo e 720 milioni di euro.