NELL’UNIONE EUROPEA: POLITICHE DI TASSAZIONE DELL’ENERGIA NON ALLINEATE AGLI OBIETTIVI CLIMATICI

NELL’UNIONE EUROPEA: POLITICHE DI TASSAZIONE DELL’ENERGIA NON ALLINEATE AGLI OBIETTIVI CLIMATICI

La Corte dei conti europea ha pubblicato la relazione relativa a Tassazione dell’energia, fissazione del prezzo del carbonio e sovvenzioni all’energia nei Paesi dell’Unione.

L’attuale tassazione dell’energia nei Paesi europei diverge dagli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione. Per esempio, in Europa il carbone è tassato mediamente meno del gas naturale e alcune fonti fossili sono tassate meno dell’elettricità. Alcuni Stati membri mantengono i livelli minimi di tassazione sui carburanti, con il rischio di distorcere il mercato interno. Se tra il 2008 e il 2019 sono quadruplicati gli incentivi alle fonti rinnovabili in Europa, i sussidi alle fonti fossili non sono diminuiti nell’ultimo decennio, per un totale di 55 miliardi di aiuti l’anno concessi dagli Stati membri. Quindici Paesi europei, tra cui la Francia, la Svezia e la Polonia, spendono di più in sussidi alle fonti fossili che in quelli alle fonti di energia rinnovabile.

A luglio la Commissione europea ha proposto, come parte del pacchetto “Fit for 55”, una revisione della direttiva Accise: la tassazione delle fonti energetiche sarà basata sul contenuto energetico e sulle emissioni di CO2 di ciascuna fonte. La Corte sottolinea la necessità di tenere conto, nell’ambito della discussione sul “Fit for 55”, degli impatti climatici e sociali delle misure.