Nell’ultimo trimestre 2018 elettricità  in aumento 7,6 percento, gas aumento 6,1 percento, congelati alcuni oneri, ARERA spiega gli aumenti

Nell’ultimo trimestre 2018 elettricità  in aumento 7,6 percento, gas aumento 6,1 percento, congelati alcuni oneri, ARERA spiega gli aumenti

L’aumento per l’energia elettrica è determinato principalmente dalla forte crescita dei costi di acquisto della materia prima (+7,3%), oltre che da un leggero adeguamento dei costi di dispacciamento (+0,3%).

L’aumento per il gas è determinato principalmente dalla forte crescita della componente relativa ai costi di approvvigionamento (+4,5%), dalla leggera crescita della componente per i costi delle attività  di approvvigionamento all’ingrosso e i relativi rischi CCR (+0,3%); dall’aumento della componente relativa al servizio di trasporto (+1,3%).

Per far fronte all’aumento dei prezzi, l’ARERA ha deciso di rinnovare il blocco degli oneri generali di sistema, nello specifico la componente Arim (ripartita tra i seguenti elementi: UC7, A2, MCT, A5, UC4, A4, As, quota della vecchia A3).

L’effetto complessivo di questa manovra è il contenimento della spesa per i consumatori elettrici, domestici e non domestici, di circa un miliardo di euro (per tutto il 2018), a beneficio sia del mercato libero che di quello tutelato.

ARERA spiega poi nel dettaglio l’origine dell’aumento dei prezzi:

·         “le sostenute quotazioni internazionali delle materie prime energetiche; in particolare, i prezzi di riferimento per l’Europa del gas naturale e del carbone risultano (in euro) in aumento del 13% e del 12% nel trimestre in corso rispetto al secondo trimestre 2018;

·         le quotazioni del gas europeo sono spinte verso l’alto anche dall’aumento dei prezzi del gas trasportato via mare (GNL) sui mercati asiatici (+22% – in euro – rispetto al secondo trimestre 2018), in quanto tale tensione limita in prospettiva l’offerta di gas naturale disponibile per l’Europa;

·         la crescita senza precedenti del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica (CO2, +29% negli ultimi tre mesi rispetto al trimestre precedente), cioè dei titoli che i produttori di energia elettrica devono acquistare per compensare la loro CO2 immessa nell’atmosfera;

·         le limitazioni e l’incertezza legata allo stop totale o parziale di 22 reattori nucleari su 58 in Francia, per manutenzione o limitazioni nell’uso dell’acqua per la refrigerazione degli impianti a causa delle elevate temperature estive.

Conseguentemente, in base ai dati di pre-consuntivo, il prezzo della borsa elettrica italiana (PUN) risulta in aumento di circa il 29% rispetto al secondo trimestre del 2018, scontando anche il calo della produzione idroelettrica e temperature superiori alla media stagionale nel mese di settembre. Inoltre i prezzi sui mercati a termine per il quarto trimestre non danno segnali di inversione dell’attuale tendenza al rialzo”.