
02 Ott Nell’ultimo trimestre 2018 elettricità in aumento 7,6 percento, gas aumento 6,1 percento, congelati alcuni oneri, ARERA spiega gli aumenti
L’aumento per l’energia elettrica è determinato principalmente dalla forte crescita dei costi di acquisto della materia prima (+7,3%), oltre che da un leggero adeguamento dei costi di dispacciamento (+0,3%).
L’aumento per il gas è determinato principalmente dalla forte crescita della componente relativa ai costi di approvvigionamento (+4,5%), dalla leggera crescita della componente per i costi delle attività di approvvigionamento all’ingrosso e i relativi rischi CCR (+0,3%); dall’aumento della componente relativa al servizio di trasporto (+1,3%).
Per far fronte all’aumento dei prezzi, l’ARERA ha deciso di rinnovare il blocco degli oneri generali di sistema, nello specifico la componente Arim (ripartita tra i seguenti elementi: UC7, A2, MCT, A5, UC4, A4, As, quota della vecchia A3).
L’effetto complessivo di questa manovra è il contenimento della spesa per i consumatori elettrici, domestici e non domestici, di circa un miliardo di euro (per tutto il 2018), a beneficio sia del mercato libero che di quello tutelato.
ARERA spiega poi nel dettaglio l’origine dell’aumento dei prezzi:
· “le sostenute quotazioni internazionali delle materie prime energetiche; in particolare, i prezzi di riferimento per l’Europa del gas naturale e del carbone risultano (in euro) in aumento del 13% e del 12% nel trimestre in corso rispetto al secondo trimestre 2018;
· le quotazioni del gas europeo sono spinte verso l’alto anche dall’aumento dei prezzi del gas trasportato via mare (GNL) sui mercati asiatici (+22% – in euro – rispetto al secondo trimestre 2018), in quanto tale tensione limita in prospettiva l’offerta di gas naturale disponibile per l’Europa;
· la crescita senza precedenti del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica (CO2, +29% negli ultimi tre mesi rispetto al trimestre precedente), cioè dei titoli che i produttori di energia elettrica devono acquistare per compensare la loro CO2 immessa nell’atmosfera;
· le limitazioni e l’incertezza legata allo stop totale o parziale di 22 reattori nucleari su 58 in Francia, per manutenzione o limitazioni nell’uso dell’acqua per la refrigerazione degli impianti a causa delle elevate temperature estive.
Conseguentemente, in base ai dati di pre-consuntivo, il prezzo della borsa elettrica italiana (PUN) risulta in aumento di circa il 29% rispetto al secondo trimestre del 2018, scontando anche il calo della produzione idroelettrica e temperature superiori alla media stagionale nel mese di settembre. Inoltre i prezzi sui mercati a termine per il quarto trimestre non danno segnali di inversione dell’attuale tendenza al rialzo”.