
09 Ott Nel primo semestre 2018 aumentano i consumi di energia e i prezzi delle commodities energetiche
ENEA fa il punto sulla situazione energetica italiana nei primi sei mesi del 2018.
Sul versante dei consumi, questi sono cresciuti del 3,2% rispetto allo stesso periodo 2017, trainati da trasporti (+2,2%) e settore industriale (+2,6%). Si registra un incremento del consumo di petrolio (+4,5%) che interrompe un trend di riduzione in atto dal 2016, in calo invece i consumi sia del gas naturale (-1,6%), dopo tre anni di aumenti, sia del fotovoltaico (-10%), nonostante la crescita delle rinnovabili nel loro insieme (+9%).
ENEA rileva poi gli incrementi generalizzati dei prezzi di tutte le commodities energetiche, soprattutto del greggio (+32%, ai massimi dal 2014) e del gas (+17%, ai massimi dal 2013) con un impatto significativo sui prezzi della borsa elettrica (+5% nel semestre, +20% nel II trimestre rispetto allo stesso periodo 2017). I prezzi dei permessi di emissione di anidride carbonica a carico dei produttori elettrici sono poi più che triplicati negli ultimi 12 mesi.
“Nella seconda metà dell’anno, il progressivo trasferimento dei rialzi dei prezzi all’ingrosso su quelli finali rischia di frenare i consumi e di ripercuotersi negativamente su un’economia che già presenta segni di rallentamento. Tutto ciò in un contesto che non lascia prevedere, almeno a breve, riduzioni dei prezzi delle commodity energetiche”.
Rilevante poi il peggioramento (-9%) dell’indice ISPRED elaborato dall’ENEA per monitorare la transizione energetica: si tratta del decimo decremento consecutivo in relazione al deterioramento di tutte e tre le sue componenti: prezzi, decarbonizzazione, sicurezza energetica.
“Lato decarbonizzazione, la riduzione delle emissioni nel primo semestre 2018 è stata dello 0,7% rispetto al I semestre 2017, segnando una sostanziale stabilità negli ultimi due anni, mentre gli obiettivi europei richiederebbero una discesa molto più rapida. A frenare la decarbonizzazione anche la quota di FER sui consumi finali che, per il quarto anno consecutivo, si attesta sui valori raggiunti nel 2015 soprattutto per i modesti incrementi di potenza fotovoltaica ed eolica.
In negativo anche la sicurezza energetica (-2%) a causa degli indicatori riferiti al sistema petrolifero e ai margini della raffinazione (sui minimi degli ultimi 3 anni per la risalita del petrolio) e per la minore diversificazione delle importazioni di gas, con la Russia che nel semestre è tornata al 50% del totale. Lato prezzi, la componente dell’indice Ispred segna un -12% per gli aumenti al dettaglio conseguenti agli incrementi sui mercati internazionali; inoltre, ancora una volta il gasolio italiano resta il più costoso dell’Unione europea anche al netto delle imposte”.