22 Mar MINACCE PER LA RIPRESA POST-PANDEMIA
Abbassate le stime di crescita del Pil italiano, le rinnovabili però continuano a crescere.
La crisi ucraina minaccia di annullare la ripresa post-pandemia. Le forti pressioni sui prezzi dell’energia e dei beni alimentari alimentano la già marcate spirali inflazionistiche, mentre l’aumento della conflittualità nel quadro geopolitico contrae commercio e investimenti. A livello globale, l’incertezza ha invalidato tutte le proiezioni macroeconomiche precedenti e rende difficile effettuare stime affidabili. Il Fondo Monetario Internazionale ha, dunque, annunciato che procederà a un’ulteriore revisione al ribasso delle proiezioni macroeconomiche precedenti, già ritoccate in negativo a gennaio.
La Bce ha abbassato di mezzo punto percentuale le proprie stime sulla crescita del Pil dell’Eurozona per il 2022: +3,7% (a dicembre la proiezione era +4,2%).
Stime in forte ribasso anche per l’Italia. L’Istat comunica che l’inflazione a febbraio ha raggiunto il 5,7%, il livello più alto dal 1995. La fiammata dell’inflazione è dovuta per la quasi totalità ai prezzi dei beni energetici non regolamentati, cresciuti a febbraio del 45,9% (dopo il +38,6% di gennaio). La stima per la crescita del PIL nel 2022 è del 2,3% contro il 4,7% stimato a gennaio.
C’è però un dato positivo: in controtendenza rispetto a gennaio, dove aveva fatto registrare un calo del 4%, a febbraio l’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana ha mostrato una ripresa, segnando un +6,6%. Tra le ragioni dei buoni risultati c’è l’aspettativa di forte crescita delle rinnovabili come risposta ai costi e ai rischi di approvvigionamento delle fonti fossili. Il conflitto in Ucraina e le connesse tensioni geopolitiche hanno complicato il panorama energetico, con le rinnovabili che, nell’ottica di ridurre la dipendenza dalla Russia nel medio-lungo termine, potrebbero ricevere una spinta rilevante per realizzare una crescita accelerata.