13 Set LONTANA L’IDEA DI INTRODURRE UN CAP AL GAS RUSSO
Mancano i dettagli e il parere favorevole di tutti gli Stati ad un eventuale cap.
Al consiglio Energia della scorsa settimana, i ministri dei 27 Paesi UE hanno dato mandato alla Commissione di presentare le proposte sul tetto al prezzo del gas, sul limite ai ricavi dei produttori di energia elettrica e sugli extraprofitti, sul taglio della domanda elettrica e sulla liquidità delle utility. Ma, contrariamente alle aspettative, nessun passo in avanti. Il Consiglio ha chiesto alla Commissione di presentare le sue proposte “entro pochi giorni” per “concludere le discussioni entro la fine di settembre”. La commissaria europea per l’Energia Kadri Simson ha assicurato che “la prossima settimana presenteremo misure senza precedenti per far fronte a una situazione senza precedenti”. Non è chiara la “forma” che avrà il cap, resta però certo che, per ora, l’unica proposta è quella di un price cap sul solo gas russo formulata da von der Leyen. Va sottolineato che molti Paesi hanno chiesto un tetto al prezzo di tutto il gas importato e perciò la Commissione “non esclude alcuna ipotesi”. Simson ha poi spiegato che, tra le altre misure che si potrebbero prendere in considerazione per mitigare l’aumento dei prezzi, c’è una revisione del meccanismo di stabilità dell’Ets o la riforma del mercato elettrico. Secondo le parole del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, durante la ministeriale, 15 Paesi si sono detti “chiaramente a favore di un price cap generalizzato”, mentre 3 lo vorrebbero solo sul gas russo e altri 3, tra cui la Germania, vorrebbero vedere prima un’analisi d’impatto della misura. Solo 5 Paesi, ha aggiunto Cingolani, “sono contrari o neutrali”.