
31 Mar L’Italia ha chiesto di mantenere il sistema dell’ora legale
Domenica 29 marzo è tornata l’ora legale e come sempre Terna comunica i risparmi che si conseguono grazie a questo meccanismo. Prima di riportarli ricordiamo che in Europa è aperto un dossier sul superamento dell’attuale meccanismo. Il Parlamento Ue ha votato per porre fine al cambio stagionale dell’ora a partire dal 2021 chiedendo però che i singoli Stati e la Commissione coordinino le loro decisioni per garantire che l’applicazione dell’ora legale in alcuni Paesi e dell’ora solare in altri non perturbi il mercato interno. L’Italia ha chiesto di mantenere l’ora legale anche per il futuro per due motivazioni. Innanzitutto è stata rilevata la mancanza di una valutazione d’impatto dalla quale si possa evincere, in modo esaustivo, il quadro dei vantaggi e degli svantaggi dei due sistemi. In secondo luogo ha evidenziato i risparmi che l’ora legale assicura. L’Italia chiede comunque di mantenere un indirizzo comune tra gli Stati membri onde evitare un mosaico di fusi orari.
Ma torniamo ai risparmi. Nel 2019 si è determinato un risparmio pari a 505 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 190 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 250 mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 100 milioni di euro. “Il beneficio nel 2020 potrà tuttavia essere influenzato dalla riduzione dei consumi registrata in questo periodo di chiusura delle attività per effetto dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Complessivamente, dal 2004 al 2019 il minor consumo di elettricità per l’Italia dovuto all’ora legale è stato di circa 9,6 miliardi di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di oltre 1 miliardo e 650 milioni di euro”.