25 Mag Le Pmi nella transizione energetica
Cna e Fondazione sviluppo sostenibile hanno presentato uno studio dal titolo: “Non senza Pmi, il ruolo delle piccole e medie imprese nella transizione energetica dell’Italia“.
Le piccole e medie imprese italiane sono responsabili del 60% delle emissioni di gas serra e quindi, senza un loro serio coinvolgimento, gli obiettivi climatici italiani al 2030 non saranno raggiunti. Tuttavia rischiano di rimanere indietro per l’eccesso di burocrazia e la mancanza di strumenti incentivanti a loro dedicati.
“Le Pmi generano il 60% delle emissioni di CO2 del manifatturiero e delle costruzioni, a conferma del numero elevato di “piccole” nei due comparti, e consumano energia per oltre 16 milioni di tep, pari al totale di gas utilizzato per riscaldare tutte le nostre case”.
Un sondaggio condotto su oltre mille piccole e medie imprese evidenzia che una impresa su due ha effettuato interventi di miglioramento energetico negli ultimi tre anni e la molla principale è stato il costo dell’energia particolarmente elevato per le Pmi. “L’86% del campione che ha eseguito almeno un intervento ha agito sull’efficienza energetica privilegiando gli interventi come illuminazione e climatizzazione. Il 49% ha puntato sulle fonti rinnovabili, soprattutto pannelli fotovoltaici (1 impresa su 3) e pompe di calore (1 su 4).
Solo una su quattro, di quelle che hanno effettuato interventi, ha utilizzato incentivi e/o agevolazioni per interventi di riqualificazione energetica e la causa principale è la mancanza di uno strumento ad hoc calibrato sulle loro esigenze.
Tra le cause che ostacolano la scelta di effettuare un intervento spiccano le complessità burocratiche, connesse sia alla realizzazione dell’intervento che di accesso agli incentivi”.