LA TRANSIZIONE SECONDO CONFINDUSTRIA ENERGIA

LA TRANSIZIONE SECONDO CONFINDUSTRIA ENERGIA

Transizione come riconversione, trasformazione e opportunità.

parole chiave della just transition. Solo con un approccio olistico si possono infatti salvaguardare i posti di lavoro e creare anche nuove opportunità occupazionali”. Secondo Confindustria Energia “l’approccio olistico alla transizione energetica ha l’enorme vantaggio di permettere la riconversione produttiva, perché biocarburanti, processi circolari, cattura, stoccaggio e riutilizzo della CO2, trasformazione dei rifiuti, idrogeno blu, sono attività che possono essere implementate trasformando e riconvertendo i settori tradizionali che viceversa andrebbero dismessi, consentendo così di salvaguardare, ma anche di incrementare i posti di lavoro, di migliorare la sicurezza energetica e di ridurre i costi”. Inoltre “va parallelamente favorito lo sviluppo nazionale delle nuove filiere produttive. Le rinnovabili da sole non potranno assicurare un sistema energetico affidabile e sicuro, ma i fossili, in primis il gas per la produzione di energia elettrica, continueranno ad accompagnare le rinnovabili proprio per compensarne i limiti che neanche gli accumuli possono superare, almeno fino a quando non saranno disponibili altre fonti energetiche. Certamente importante, ma di nicchia, sarà l’idrogeno per la decarbonizzazione dei settori cosiddetti hard to abate industriali e nei trasporti”. E in conclusione “in un contesto di grave crisi energetica acuita dal conflitto russo-ucraino non sono in discussione gli obiettivi sempre più sfidanti, ma occorre cambiare la strategia per raggiungerli. In un’Europa che si è dimostrata troppo ideologica, ora bisogna essere concreti e pragmatici valutando tutti gli impatti della decarbonizzazione, non solo quello ambientale, ma anche quelli economici e sociali, senza dimenticare l’assoluta necessità di avere in ogni momento un sistema energetico affidabile e sicuro”.