LA CRISI ENERGETICA PUO’ DIVENTARE UN’OPPORTUNITA’ PER L’EUROPA E L’ITALIA

LA CRISI ENERGETICA PUO’ DIVENTARE UN’OPPORTUNITA’ PER L’EUROPA E L’ITALIA

Interventi di potenziamento infrastrutturale a livello europeo e opportunità per l’Italia.

Lo dice la “Relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica” del Copasir. Una relazione ricca di spunti che vanno dallo spostamento sull’Africa per la diversificazione degli approvvigionamenti all’impraticabilità del pagamento del gas russo in rubli; dalla valorizzazione dell’hub energetico dell’Est Mediterraneo alla necessità di un piano di sicurezza energetica europeo; dalla constatazione del “buco” di almeno 10 mld mc in caso di interruzione delle forniture di gas dalla Russia alla rivalutazione del ruolo dell’Iran come fornitore alternativo; dall’idea del commissariamento per la realizzazione di infrastrutture rilevanti all’allargamento del Golden power agli impianti Fer che ne sono esclusi perché “sotto soglia”; dallo svincolo della Vas del Piano di sviluppo della rete Terna alla richiesta di nuove semplificazioni per le rinnovabili, fino all’idea di un gasdotto Barcellona-Livorno. Il Comitato parlamentare per la sicurezza mette poi in guardia sul fatto che alla lunga gli interessi dei Paesi europei possano rivelarsi divergenti, come sta accadendo in merito alla proposta italiana sul price cap per il gas. Quanto a quest’ultimo punto, il Copasir individua “un possibile approccio che consenta di conciliare le due esigenze di contenimento dei prezzi di acquisto e di flessibilità per le forniture di Gnl” attraverso l’attribuzione a un soggetto regolatore europeo della facoltà di identificare e autorizzare a livello centrale acquisti a prezzi superiori al tetto massimo prefissato per indirizzare tali forniture verso i rigassificatori disponibili nei Paesi dell’Unione. In conclusione, la relazione elenca alcuni interventi di potenziamento infrastrutturale a livello europeo: un gasdotto Spagna-Italia tra Barcellona e Livorno; il raddoppio della capacità di trasporto del Tap e il riavvio del progetto Eastmed-Poseidon; investimenti in energia rinnovabile – solare in prevalenza – nei Paesi del Nord Africa per la generazione di idrogeno verde da trasportare in Europa attraverso l’Italia; l’adozione di una “politica per l’Africa” volta ad assicurare stabili relazioni “con i Paesi del Mediterraneo allargato a garanzia delle attività e dei progetti che le imprese italiane operanti nel settore energetico hanno già posto in essere e che dovranno necessariamente realizzare”.