18 Mag In ripresa l’economia dell’area Euro
La Commissione Ue ha diffuso le previsioni di primavera (in miglioramento rispetto a quelle diffuse a febbraio) che risultano positive per l’economia europea. Infatti, questa crescerà del 4,2 % nel 2021 e del 4,4 % nel 2022, mentre per l’economia della zona euro è previsto un incremento del 4,3 % quest’anno e del 4,4 % l’anno prossimo. I tassi di crescita continueranno a variare all’interno dell’UE, ma le economie di tutti gli Stati membri dovrebbero tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del 2022. Ripercorriamo i principali dati diffusi (si veda anche il grafico allegato).
Mercato del lavoro
Le condizioni del mercato del lavoro stanno lentamente migliorando. Per l’UE le previsioni indicano un tasso di disoccupazione al 7,6 % nel 2021 e al 7 % nel 2022. Per la zona euro i valori corrispondenti sono dell’8,4 % nel 2021 e del 7,8 % nel 2022, tassi che rimangono superiori ai livelli pre-crisi.
Inflazione
L’inflazione ha registrato un’impennata all’inizio di quest’anno a causa del rincaro dei prezzi dell’energia e di una serie di fattori tecnici temporanei. Varierà notevolmente anche in corso d’anno, in quanto le ipotesi sui prezzi dell’energia e sulle variazioni delle aliquote IVA determinano notevoli fluttuazioni del livello dei prezzi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Per l’UE le previsioni attuali indicano un’inflazione all’1,9 % nel 2021 e all’1,5 % nel 2022. Per la zona euro i valori corrispondenti sono dell’1,7 % nel 2021 e dell’1,3 % nel 2022*.
Debito pubblico
Il sostegno pubblico alle famiglie e alle imprese ha avuto un ruolo fondamentale nell’attenuare l’impatto della pandemia sull’economia, ma ha portato gli Stati membri ad aumentare i loro livelli di indebitamento.
Quest’anno il disavanzo aggregato delle amministrazioni pubbliche dovrebbe aumentare di circa mezzo punto percentuale nell’UE, attestandosi al 7,5 % del PIL, e di circa tre quarti di punto percentuale nella zona euro, raggiungendo l’8 % del PIL. Secondo le previsioni tutti gli Stati membri, ad eccezione di Danimarca e Lussemburgo, registreranno nel 2021 un disavanzo superiore al 3 % del PIL.
Entro il 2022 il disavanzo di bilancio aggregato dovrebbe tuttavia dimezzarsi, attestandosi appena al di sotto del 4 % sia nell’UE che nella zona euro. Si prevede che il numero di Stati membri con un disavanzo superiore al 3 % del PIL diminuirà in misura significativa.
Nell’UE il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere quest’anno il picco del 94 %, per poi scendere leggermente al 93 % nel 2022. Il rapporto debito/PIL della zona euro dovrebbe seguire lo stesso andamento, salendo al 102 % quest’anno per poi scendere leggermente al 101 % nel 2022.
Rischi ancora elevati ma sostanzialmente bilanciati per le prospettive
I rischi che pesano sulle prospettive sono elevati e rimarranno tali finchà© l’ombra della pandemia continuerà a incombere sull’economia.
Le previsioni potrebbero sottostimare la propensione delle famiglie a spendere, oppure il desiderio dei consumatori di mantenere livelli elevati di risparmio precauzionale.
Un altro fattore è rappresentato dalla tempistica della revoca del sostegno strategico che, se prematura, potrebbe mettere a repentaglio la ripresa. D’altro canto, una revoca posticipata potrebbe portare alla creazione di distorsioni del mercato e di ostacoli all’uscita delle imprese improduttive.
Le ripercussioni delle difficoltà delle imprese sul mercato del lavoro e sul settore finanziario potrebbero rivelarsi peggiori del previsto.
Una crescita mondiale più forte, in particolare negli Stati Uniti, potrebbe produrre sull’economia europea effetti più positivi di quanto previsto. Tuttavia una crescita più robusta negli Stati Uniti potrebbe spingere verso l’alto i rendimenti dei titoli di Stato USA, il che potrebbe causare aggiustamenti disordinati nei mercati finanziari, a scapito soprattutto delle economie di mercato emergenti fortemente indebitate in valuta estera.