In quale direzione stanno andando le nostre economie? Il punto su presente e futuro

In quale direzione stanno andando le nostre economie? Il punto su presente e futuro

Nel corso del convegno “Acceleriamo o rallentiamo? Criticità  e scenari macroeconomici attuali e futuri” tenuto dal Prof. Andrea Beretta Zanoni, docente di Strategia Aziendale presso l’Università  degli Studi di Verona, sono stati analizzati diversi aspetti in campo economico, finanziario e politico, che a livello non solo italiano, ma anche mondiale, stanno determinando delle conseguenze importanti.

In sostanza, quello che stiamo attraversando è una fase di generale rallentamento, con stime di crescita globale per il 2018 e il 2019 riviste al ribasso rispetto alle analisi precedenti. Questo interessa sia i Paesi emergenti che quelli più sviluppati – Stati Uniti e Area UE ne sono un esempio.

Proprio gli Stati Uniti sono in fase di implementazione di una politica cosiddetta prociclica, ossia ad ulteriore stimolo di un trend che già  era di crescita, e che si ritiene affondi le sue radici soprattutto nella ricerca di consensi a livello politico. Questo tuttavia si teme contribuirà  all’inasprirsi di squilibri globali, a livello specialmente di mercati emergenti, ma anche di Europa, se a questo si aggiungerà  una crescita cinese di natura cosiddetta “recessiva“. La Cina, secondo grande tema del convegno, nel terzo trimestre del 2018 ha infatti rallentato il suo percorso di crescita, e per questo considerato alla stregua di una decrescita del Paese.

Avvicinandoci al nostro Paese, l’Europa vedrà  la fine del cosiddetto “Quantitative Easing” dopo dicembre, con l’aspettativa che i tassi restino a zero fino all’estate se non addirittura oltre. Ciò che colpisce è l’ammontare di liquidità  in eccesso nel sistema (al momento di quasi 2.000 miliardi di ‚¬), molto alto rispetto a quanto stimato fosse il livello prima del QE (circa 150 miliardi).

Ed eccoci all’Italia, che con un Governo che ha previsto dei tassi di crescita differenti da altre Istituzioni come FMI, Commissione Europea, e di fatto la stessa Ragioneria dello Stato, sostanzialmente rischia di avere problemi di credibilità  a livello europeo. A questo, si aggiungono la questione su come gestire i costi dello spread, il debito pubblico (dal 2010 al 2017 il rapporto debito/PIL è passato dal 112 al 131%) nonchà© le relazioni internazionali specialmente con i Paesi partner dell’Unione, che non hanno di fatto sostenuto la nostra proposta di Bilancio perchà© con variazioni ritenute ingiustificate e rischiose.

Ciò che sarà  fondamentale sarà  avere maggiore consapevolezza dei problemi per almeno evitare che, rallentando, si verifichino effetti troppo distruttivi per il nostro sistema, con un occhio sempre attento a tutto ciò che ci circonda e da cui non possiamo di fatto più prescindere.

Noi di Fedabo riconosciamo l’importanza della conoscenza e dell’aggiornamento continuo a 360 gradi, per capire come muoversi in scenari sempre più complessi ed interconnessi, e ringraziamo il Prof. Beretta Zanoni per il prezioso contributo.

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