
08 Mar IMPRESE: LA PANDEMIA NON HA ARRESTATO IL MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI
Le imprese utility hanno investito 7,2 miliardi e quasi la metà degli investimenti è imputabile alle grandi aziende del settore elettrico.
La decima edizione del rapporto non poteva che offrire una panoramica di com’è cambiato il mondo delle utility nell’ultimo decennio, analizzando l’andamento del mercato dei servizi pubblici dal 2011 al 2020. Il settore gode, nel complesso, di buona salute. Tutte le utility hanno registrato un indice di redditività del capitale superiore al 5%, eccezion fatta per le imprese dell’energia elettrica, che si sono fermate a un più modesto 3,5%. La redditività è aumentata anche per le imprese elettriche, mentre è in costante declino per le utility del gas e, in misura minore, per quelle dei rifiuti.
Rispetto ai dati odierni: la pandemia ha colpito duramente i diversi mercati delle utility, provocando una caduta senza precedenti del fatturato. Rispetto al 2019, i ricavi sono calati del 16%. Il valore della produzione aggregato delle migliori 100 aziende pesa 88,7 miliardi, ovvero il 5,3% del Pil italiano.
Il settore che ha inciso maggiormente sul calo del fatturato è quello elettrico, che ha perso oltre il 22% rispetto all’anno precedente. Insieme al comparto del gas, che ha registrato un calo del 6,7% rispetto al 2019, l’elettrico ha evidentemente subito le conseguenze del crollo della produzione industriale e della caduta dei prezzi nei mercati energetici. Tra gli altri settori penalizzati, anche l’idrico (-4,1%) e le multiutility (-3%).
Le imprese hanno investito 7,2 miliardi, dato che vale lo 0,4% del Pil italiano del 2020. Quasi la metà degli investimenti è imputabile alle grandi aziende del settore elettrico, che hanno investito 3,2 miliardi, circa il 43,6% del totale. Solo le multiutility hanno registrato una lieve flessione, riducendo il proprio peso sul totale degli investimenti al 37%.