
08 Mag Il decreto FER elettriche non basta per rilanciare il fotovoltaico
Per l’associazione tale provvedimento non può essere considerato l’elemento cardine per lo sviluppo del fotovoltaico in Italia, ma solo un provvedimento complementare ad altre misure.
“Secondo l’associazione i veri driver dello sviluppo del fotovoltaico e della generazione distribuita sono l’allargamento delle configurazioni multiutenza per le utenze alimentate da fonti rinnovabili in sito, l’abilitazione degli aggregatori e tariffe di rete cost-reflective per lo sviluppo dei modelli di autoconsumo. Anche l’apertura alle rinnovabili del mercato dei servizi di rete e di dispacciamento rappresenta una condizione necessaria per creare i presupposti per una maggiore diffusione degli impianti fotovoltaici. Non solo, il quadro normativo deve prevedere anche meccanismi di supporto al fotovoltaico come strumento di efficienza (certificati bianchi), la facilitazione dei processi autorizzativi per gli impianti fotovoltaici non incentivati che includa anche un sistema di valutazione preordinato per la VIA che consenta di velocizzare i tempi. Tutti elementi indispensabili nell’ambito di un quadro di provvedimenti volti a creare condizioni eque di competitività per le rinnovabili nel mercato dell’energia.
In particolare il decreto risulta carente in tema di autoconsumo e mobilità elettrica, non avendo previsto per questi due aspetti dei premi specifici. Allo stesso modo mancano strumenti incentivanti per la rimozione e la bonifica dell’amianto che contemplino almeno vantaggi analoghi a quelli previsti per l’installazione di impianti fotovoltaici in cave, discariche e aree da bonificare. A tale proposito l’associazione propone di incentivare, anche parzialmente, l’energia auto-consumata nel caso in cui l’amianto venga rimosso e correttamente smaltito.
In tema di installazione di grandi impianti fotovoltaici a terra, l’associazione ritiene che la loro pianificazione debba essere fatta di concerto con le Regioni e Terna attraverso la definizione di piani di sviluppo territoriale energetico/ambientale che contemplino in maniera adeguata l’installazione di tali impianti sulla base della domanda di energia.
In ambito agricolo l’associazione ritiene opportuno che i capannoni agricoli debbano essere inseriti nella lista dei “siti” dove poter installare impianti FV che beneficiano dei provvedimenti previsti dal decreto”.