Il caro materiali mette a rischio Recovery Plan e Superbonus

Il caro materiali mette a rischio Recovery Plan e Superbonus

Destano preoccupazione i dati forniti da Ance nell’audizione presso la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati svoltasi il primo giugno.

Il Vice presidente dell’associazione si dice deluso per l’assenza nel decreto in conversione (Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali) di misure che permettano di fare fronte al caro materiali, la principale emergenza che sta affrontando il settore delle costruzioni in questi mesi.

“La fiammata insostenibile del costo dei materiali da costruzioni, che dura da oltre sei mesi, sta mettendo in ginocchio le imprese: +150% per l’acciaio tondo per cemento armato; +129% per il Polietilene, +30% per il rame solo per fare alcuni esempi.

Oggi le imprese lavorano sottocosto ed è quindi necessario adottare misure eccezionali, concrete e immediate che possano evitare il blocco di centinaia di cantieri sia pubblici che privati mettendo a rischio anche le opere del Recovery Plan e gli interventi del Superbonus 110%”.

In merito al Superbonus 110%, si chiede una proroga immediata almeno fino al 2023. “Senza una proroga immediata, tra poche settimane cominceranno a bloccarsi le nuove iniziative, perchà© non si potrà  garantire la conclusione degli interventi e sarà  difficile assicurare un efficace coinvolgimento del settore bancario nel ruolo di acquirente dei crediti fiscali e soggetto finanziatore delle iniziative.

Oltre alla proroga, è poi necessario apportare ulteriori modifiche normative alla disciplina dell’incentivo, in modo da facilitarne ed ampliarne al massimo la diffusione, rendendo più fluido il percorso di approvazione e realizzazione dei progetti, soprattutto quelli relativi agli edifici condominiali”.

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, questo è il link al documento presentato da Ance.