
03 Nov Gli Stati Ue devono affrontare la povertà energetica
A metà ottobre la Commissione Ue ha approvato una raccomandazione (2020/1563) nella quale ha invitato gli Stati dell’Unione Europea ad affrontare la questione della povertà energetica.
Si consideri che nel 2018 il 6,8 % delle persone che vivevano in abitazioni private nell’UE (30,3 milioni di persone) non è stato in grado di pagare regolarmente le bollette, comprese quelle dell’energia, e ha quindi rischiato la sospensione dell’erogazione. Lo stesso anno il 7,3 % della popolazione dell’UE (37,4 milioni di persone) ha dovuto vivere in ambienti domestici con temperature non ottimali.
La Commissione raccomanda pertanto agli Stati di:
1. sviluppare un approccio sistematico alla liberalizzazione dei mercati dell’energia;
2. di seguire gli orientamenti della Commissione in sede di attuazione e aggiornamento degli attuali piani nazionali per l’energia e il clima;
3. di usare gli indicatori forniti ai fini della valutazione della povertà energetica;
4. di predisporre soluzioni politiche integrate nel quadro della politica sociale ed energetica;
5. di valutare gli effetti distributivi della transizione energetica, in particolare delle misure di efficienza energetica nel contesto nazionale;
6. di definire tutte le politiche di contrasto alla povertà energetica sulla base di processi di partecipazione pubblica;
7. di elaborare misure contro la povertà energetica che poggino su una stretta cooperazione fra tutti i livelli amministrativi;
8. di sfruttare appieno la possibilità di ricorrere ai finanziamenti e ai programmi dell’Unione;
9. di concentrarsi, al momento di assegnare i fondi pubblici e in particolare le sovvenzioni, sulle famiglie a basso reddito.