08 Set FOCUS: Diagnosi energetiche, il punto sul secondo ciclo
Prima della pausa estiva ENEA ha organizzato una serie di webinar dedicati alle diagnosi energetiche. In tale sede prendiamo in considerazione la presentazione: “Le risultanze del secondo ciclo di diagnosi nei vari settori produttivi”.
Nel dicembre 2015 arrivarono ad ENEA più di 15.000 diagnosi energetiche. La maggior parte delle imprese (circa il 60%) e delle diagnosi (circa il 45%) era imputabili al settore manifatturiero. A seguire vi era il settore del commercio con il 10% delle imprese ed il 15% delle diagnosi. A fine 2018 le diagnosi inviate hanno poi superato le 16.000 unità .
Nel 2019 le diagnosi sono scese a 11.172 (-26%) spiegabile sia con la modifica della definizione di grande impresa, sia per un maggior ricorso allo strumento della clusterizzazione di gruppo. Circa il 70 % delle imprese ed il 54% delle diagnosi in cui è presente il codice ATECO sono afferenti al settore manifatturiero, il settore del commercio è rappresentato con il 7% delle imprese ed il 14% delle diagnosi.
Ricordiamo che, con le recenti novità normative, è stato introdotto l’obbligo per le imprese energivore (sia Grandi Imprese che PMI) non solo di condurre l’audit energetico, ma anche di effettuare almeno un intervento di efficientamento energetico tra quelli individuati nella diagnosi energetica entro l’aggiornamento successivo, o di ottenere la certificazione ISO 50001.