
06 Set FERMO TOTALE DEL NORDSTREAM
Dopo tre giorni di manutenzione preventiva il gasdotto Nordstream ferma le forniture.
Dopo tre giorni di “manutenzione preventiva” il fermo totale del gasdotto Nord Stream 1. Il blocco per manutenzione ha comportato all’Italia una riduzione delle forniture da 27 a 20 mln mc/giorno. Il blocco proseguirà “fino a quando non saranno eliminati i difetti sul funzionamento delle apparecchiature”, ha annunciato Gazprom. L’annuncio del colosso moscovita arriva a poche ore dalle dichiarazioni di Ursula von der Leyen: “credo fermamente che sia arrivato il momento di fissare un tetto massimo al prezzo del gas russo diretto in Europa”, ha dichiarato la presidente della Commissione Ue scatenando l’immediata reazione di Mosca. Secondo le parole del vice-presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, Dmitry Medvedev, il gas russo “non ci sarà in Europa se la Ue deciderà di introdurre un price cap”, ha avvertito. Non manca la posizione chiara e univoca dei ministri delle Finanze del G7 “Confermiamo la nostra intenzione politica comune – si legge nella dichiarazione finale – di attuare un divieto globale al trasporto marittimo di greggio di origine russa e prodotti petroliferi a livello globale”, salvo che questi “siano acquistati a un prezzo pari o inferiore al massimale determinato dall’ampia coalizione di Paesi che aderiscono”. I ministri invitano quindi “tutti i Paesi a fornire input sulla progettazione del limite di prezzo”, precisando che il livello iniziale sarà “basato su una gamma di input tecnici e sarà deciso dall’intera coalizione prima dell’attuazione in ciascun Paese”. Il cap sarà poi “comunicato pubblicamente in modo chiaro e trasparente”. Saranno inoltre sviluppati “mirati meccanismi di mitigazione per garantire i paesi vulnerabili”. La dichiarazione prevede l’impegno “a lavorare con urgenza alla finalizzazione e all’attuazione di questa misura”. Anche per il cap al prezzo dell’oil Mosca ha ribadito la propria minaccia di bloccare l’export verso i Paesi aderenti, spostando “altrove” il suo greggio, come detto dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Mossa in questo caso senz’altro più fattibile di quanto non lo sia per il gas, per il quale non esistono al momento interconnessioni sufficienti con altri Paesi.