13 Nov FER: approvato il decreto dal Ministro dell’Ambiente, un progetto per trasformare l’energia in eccesso prodotta
Il Ministro dell’Ambiente ha dichiarato che il proprio ministero ha terminato l’esame del decreto, che deve ora passare al vaglio della Conferenza Unificata e dell’ARERA. Nonostante le pressioni di diverse associazioni, di cui abbiamo già dato conto, non sono previsti interventi correttivi sulle norme dedicate all’idroelettrico anche se il sottosegretario al Mise ha lasciato intendere che alcuni problemi potrebbero essere affrontati in seno alla Conferenza Unificata, senza però cambiare radicalmente le decisioni adottate.
Da un componente del collegio dell’ARERA si apprende invece che l’Autorità suggerirà di introdurre nel decreto un meccanismo che faciliti la localizzazione degli impianti in base alle esigenze di dispacciamento sulla rete attraverso un meccanismo premiale.
Registriamo da ultimo, sulla stessa materia, ma da un paese della Toscana, la voce critica del Governatore della Toscana che lamenta la cancellazione della geotermia dal decreto e chiede pertanto di incontrare con urgenza il Governo, pena un’immediata mobilitazione. “Il provvedimento rischia di mettere in ginocchio un comprensorio di 17 comuni che dà occupazione a circa 3 mila addetti diretti e indiretti e che mette la geotermia su un binario morto mentre in tutto il mondo si scommette su questa tecnologia nata e cresciuta per due secoli in Toscana”.
Nell’ambito della ricerca industriale merita di essere segnalato il progetto +GAS, coordinato da ENEA e vincitore del Bando della Regione Emilia-Romagna per le soluzioni innovative di ricerca industriale strategica in ambito energetico.
Trasformare l’energia elettrica da fonti rinnovabili in un combustibile pulito è stato l’obiettivo del progetto vincitore. "L’incremento di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non programmabili come il fotovoltaico o l’eolico può generare degli eccessi di offerta rispetto alla domanda. Da qui l’interesse per soluzioni che consentono di recuperare l’elettricità prodotta in eccesso, trasformandola in biometano per autotrazione o da immettere in rete.
Tecnicamente il processo allo studio si chiama €˜power to gas’ (dall’elettricità al gas) e prevede che l’energia elettrica in eccesso sia utilizzata per produrre idrogeno che viene poi insufflato in un reattore biologico dove sono presenti batteri appositamente selezionati, in grado di trasformarlo in biometano. La novità di questo processo sta nell’abbinare sinergicamente il tema dell’accumulo energetico, con lo sviluppo di nuovi combustibili rinnovabili ed anche con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica che altrimenti verrebbe emessa in atmosfera.
Per poter arrivare a una €˜realizzazione su scala industriale’ occorre prima implementare la tecnologia attraverso la costruzione di impianti pilota su scala reale. La presenza di incentivi, l’aumento dell’efficienza ed una riduzione dei costi di realizzazione e gestione dell’impianto, potrebbero rendere la tecnologia utilizzabile già dai prossimi anni”.