Da ENEA: in via di sviluppo celle fotovoltaiche più efficienti

Da ENEA: in via di sviluppo celle fotovoltaiche più efficienti

ENEA ha sviluppato una nuova tecnologia innovativa che consente di innalzare di un punto percentuale l’efficienza delle celle solari fotovoltaiche

L’innovazione consiste nel sostituire strati di ossidi conduttivi ai tradizionali strati di silicio amorfo. Il progetto coinvolge diversi soggetti e si propone di dar vita a una linea di produzione italiano/europea di pannelli solari ad alta efficienza.

“All’interno del progetto è stata sviluppata a livello di linea di produzione una cella con efficienza del 23,5% che potrà  essere portata al 24,5% grazie alla tecnologia sviluppata nei laboratori ENEA. Tenuto conto che le celle fotovoltaiche ad alta efficienza attualmente in commercio hanno un’efficienza massima intorno al 22%, la differenza con le nuove celle è di grande rilievo, dato che a ogni punto percentuale di efficienza in più corrisponde una riduzione del 6% dei costi di produzione.

A livello operativo, l’obiettivo è di produrre moduli fotovoltaici bifacciali: in una prima fase sarà  realizzata una linea di produzione con una capacità  produttiva di 200 MW/anno, che entro il 2022 sarà  ampliata fino ad arrivare a un impianto da 1 GW/anno”.

Considerato che le previsioni per il mercato europeo stimano il 15% di produzione di energia elettrica da fotovoltaico al 2030, si può comprendere l’importanza del progetto. Con altri 750 MW solari nel 2019 (un valore quasi doppio rispetto al 2018) la capacità  fotovoltaica italiana ha raggiunto quota 20.865 MW, un numero di impianti totali superiore agli 880 mila e circa 23.689 GWh di potenza prodotta in un anno (+4,6% rispetto al 2018).

—–

E’ stato presentato il “Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici“, frutto della collaborazione dell’ENEA con il Comitato Termotecnico Italiano. 

Gli edifici ad elevate prestazioni energetiche sono passati da circa il 7% al 10% del totale nel periodo 2016-2019, grazie al contributo di ristrutturazioni importanti e di nuove costruzioni.

Il rapporto è basato su oltre quattro milioni di attestati di prestazione energetica del periodo 2016-2019, di cui l’85% riguardanti immobili residenziali (vedi grafico allegato). Dal rapporto emerge anche come oltre il 60% del parco immobiliare italiano sia nelle classi energetiche meno efficienti (F-G), anche perchà© costruito principalmente tra il 1945 e il 1972; le nuove costruzioni rappresentano solo il 3,4% degli APE e di questi più del 90% sono ad elevate prestazioni energetiche (A4-B). Il settore non residenziale, che pesa per il 15% sul totale degli APE, ricade per oltre il 50% degli attestati nelle classi energetiche intermedie (C-D-E) e per più del 10% in quelle più efficienti (A4-B)” (vedi grafico allegato).

Gli interventi di riqualificazione energetica hanno generato negli ultimi 10 anni circa 39 miliardi di euro di investimenti e 270 mila posti di lavoro diretti ogni anno, che arrivano a oltre 400 mila considerando anche l’indotto.