23 Feb Criticità del mercato dei TEE, richiesto intervento urgente
Il settore dei certificati bianchi ritorna nuovamente al centro dell’attenzione. Dopo la pubblicazione del report 2020, che evidenzia una decisa contrazione del numero de TEE rilasciati (-41%), sono ora alcune associazioni ad essere preoccupate dalla situazione. Tale preoccupazione è contenuta in una lettera inviata al Mise, al Ministero dell’Ambiente e all’Arera da parte di Anigas, Assogas ed Elettricità Furura
“Nonostante da tre mesi si sia avviato il nuovo periodo di riferimento, iniziato il 1° dicembre scorso, gli operatori attendono ancora la pubblicazione del decreto interministeriale che dovrebbe disciplinare sia il meccanismo per i prossimi anni d’obbligo (2021-2024), sia l’adeguamento dell’obbligo 2020 all’orizzonte temporale ridotto a causa degli effetti dell’emergenza pandemica sull’anno d’obbligo 2019”.
Per le associazioni il settore continua pertanto a trovarsi in una condizione di grande incertezza e difficoltà , “legate da un lato alla cronica carenza di offerta di Tee e dall’altro all’obbligo a carico dei soggetti obbligati di raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica loro assegnati, incorrendo in pesanti sanzioni in caso di mancato assolvimento; tale asimmetria concorre, ormai da alcuni anni, ad alterare gli equilibri di mercato sia in termini di liquidità che di prezzo. Analizzando i dati pubblicati dal GME, relativamente agli esiti delle prime sessioni di borsa dell’anno 2021, si può notare come il valore sul mercato dei certificati sia passato dal valore minimo di 260,00 ‚¬/TEE al valore massimo di 280,00 ‚¬/TEE in sole 5 sedute: indice sempre più chiaro, questo, della carenza di certificati sul mercato che si somma alle logiche speculative attuate da alcuni operatori. I prezzi registrati, ormai, sono ben al di sopra sia del cap esplicito al contributo tariffario (fissato pari a 250,00 ‚¬/TEE) sia del cap implicito (introdotto mediante la vendita allo scoperto dei TEE da parte del GSE e corrispondente a 260,00 ‚¬/TEE)”.
Le associazioni chiedono pertanto l’emanazione in tempi celeri del decreto interministeriale e ritengono inoltre che sia necessario che lo stesso decreto “contenga misure volte a sterilizzare i rischi di mancato adempimento nei confronti dei DSO anche per il corrente anno d’obbligo, come per esempio una cospicua riduzione degli obiettivi per l’anno d’obbligo 2020 in corso e un allungamento del termine per l’assolvimento dell’obbligo (ad esempio dal 31 maggio al 30 settembre)”.