16 Mar Consumi energia febbraio, frenano quelli degli energivori
A febbraio i consumi di energia elettrica in Italia sono stati pari a 24,8 miliardi di kWh, inferiori del 3,4% rispetto a febbraio 2020. Corretta dal fattore calendario (un giorno lavorativo in meno) e dall’effetto temperatura, la variazione si riduce a -0,2%. A livello territoriale, la variazione è risultata ovunque negativa: -4,2% al Nord, -2,8% al Centro e -1,9% al Sud.
Le fonti rinnovabili hanno coperto il 33% della domanda, in linea rispetto a febbraio 2020.
La domanda elettrica del primo bimestre del 2021 risulta in calo del 2,2% rispetto al corrispondente periodo del 2020. Il dato rettificato però, fortemente influenzato dal 2020 bisestile, porta a una variazione nulla.
Nel mese di febbraio 2021 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’82,3% con produzione nazionale e per la quota restante (17,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero (+8,2% rispetto a febbraio 2020). In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 20,7 miliardi di kWh. In forte crescita la produzione idrica (+32%), in flessione le altre fonti (eolica -27,6%; fotovoltaica -15,8%; geotermica -7,2%; termica -7,1%).
Dopo quattro mesi consecutivi di crescita l’indice IMCEI ha mostrato una leggera flessione tendenziale (a parità di calendario) pari all’1,7% rispetto a febbraio 2020 (vedi grafico allegato).
Ricordiamo che tale indice prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale (grandi industrie dei settori €˜cemento, calce e gesso’, €˜siderurgia’, €˜chimica’, €˜meccanica’, €˜mezzi di trasporto’, €˜alimentari’, €˜cartaria’, €˜ceramica e vetraria’, €˜metalli non ferrosi’) Prosegue comunque la crescita del settore della siderurgia (+3,5%), positivo anche il comparto dei metalli non ferrosi (+9,4%). Il dato complessivo risente dei valori negativi soprattutto della chimica (-14%) e meccanica (-4,6%).
Analizzando separatamente i cosiddetti Clienti Puri (quelli che esclusivamente prelevano dalla rete) e gli Autoproduttori, la variazione tendenziale mostra un calo rispettivamente dell’1,3% e dell’11,3%.