
12 Nov Consumi energia: 69,1 percento per attività economiche e 30,9 percento per le famiglie
Utilizziamo un’analisi effettuata da Confartigianato sui dati resi disponibili dall’Istat.
Dall’analisi sui consumi totali di energia emerge “che il 69,1% si riferisce alle attività economiche, di cui il 24,8% nella manifattura, il 24,4% nei servizi, il 15% nella produzione di energia elettrica e gas e il rimanente 4,9% da agricoltura, costruzioni e le residue attività economiche. Le famiglie pesano per il 30,9% della domanda, con un prevalente utilizzo, pari al 13,5% dei consumi totali, per attività di riscaldamento e raffreddamento, a cui segue l’11,2% impiegato per l’attività di trasporto.
In relazione ai prodotti energetici degli impieghi di energia come consumi intermedi, ad esclusione dei consumi per trasformazione, le imprese utilizzano prevalentemente gas naturale ed energia elettrica, rispettivamente pari al 26,2% e al 25,6% (per l’elenco completo si veda il grafico allegato).
Nel complesso i cinque settori a maggiore intensità energetica – si tratta di coke e prodotti raffinati, metallurgia, vetro, ceramica e cemento e carta assorbono 32,4 TJ di energia per milione di euro di valore aggiunto – sono capital intensive e registrano una maggiore presenza di medie e grandi imprese, nelle quali lavora il 61,9% degli occupati. All’opposto nei rimanenti settori manifatturieri – caratterizzati da una più bassa intensità energetica, mediamente pari a 2,5 TJ/mln ‚¬ – predominano le piccole imprese, nelle quali lavora il 53,7% degli occupati”.
La produttività dell’energia per l’Italia vale 9,9 euro di valore aggiunto per kg di petrolio equivalente, il 19,3% in più rispetto ai 8,3 euro/ktep della media UE a 28 e superiore ai valori rilevati in Germania (9,0 euro/kep) – maggiore competitor manifatturiero – Francia (8,4 euro/kep) e Spagna (8,2 euro/kep). Nell’ultimo anno l’Italia registra una riduzione di 0,2 euro/kep mentre in UE a 28 sale di 0,1 euro/kep”.