31 Ago CONSUMI DI ENERGIA SUPERIORI AI LIVELLI PRE-COVID
Terna ha pubblicato il report sui consumi di energia riferiti al mese di luglio. L’indice IMCEI (che prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale) conferma il ritorno dei consumi industriali ai livelli pre-covid, infatti, l’indice risulta in crescita del 10,3% rispetto a luglio 2020 e del 2,1% rispetto a luglio 2019. In particolare, incremento a doppia cifra per i settori della siderurgia e della meccanica, più contenuta, invece, la crescita dei metalli non ferrosi. In flessione i mezzi di trasporto e i materiali da costruzione.
Ritornando a dati più generali, “la domanda di energia elettrica in Italia è stata di 30,3 miliardi di kWh, coperta per il 38% dalle fonti rinnovabili. Il valore di fabbisogno è in aumento del 4,9% rispetto ai volumi di luglio 2020. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, risulta in crescita del 3,8%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di luglio è stata ovunque positiva: +4,3% al Nord, +4,6% al Centro e +6,2% al Sud.
In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura ha fatto registrare una leggera flessione dello 0,9% rispetto al mese precedente (giugno 2021). Nei primi sette mesi dell’anno, la domanda elettrica in Italia è in crescita del 7,3% rispetto all’omologo periodo del 2020 (invariato il dato in termini rettificati).
Nel mese di luglio la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per circa l’85,5% con la produzione nazionale e per la quota restante (14,5%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (26,1 miliardi di kWh) ha registrato una crescita dello 0,3% rispetto a luglio 2020. In aumento le seguenti fonti: eolica (+44,9%), idrica (+6,7%), geotermica (+1,5%); in flessione la fonte fotovoltaica (-7,8%) e la termica (-2,6%). Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a +43,9% per un effetto combinato dell’aumento dell’import (+30,7%) e di una riduzione dell’export (-50,8%)”.