
15 Mar CONFINDUSTRIA: LE FABBRICHE SI FERMANO, NECESSARIO REGOLAMENTARE I PREZZI
La direttrice generale di Confindustria alla Camera: servono prezzi energetici regolati, sospensione del sistema Ets, taglio agli oneri fiscali e un allungamento del credito d’imposta per gli energivori.
“La nuova fiammata dei prezzi energetici, seguiti all’invasione russa dell’Ucraina, ha già portato al fermo di due terzi delle acciaierie e delle fonderie italiane e della metà delle aziende che producono vetro e ceramica. Non abbiamo tempi lunghi, bisogna intervenire nell’arco di giorni o di settimane” queste le parole della direttrice generale di Confindustria alla Camera. Confindustria ribadisce la necessità di prezzi energetici regolati, una sospensione del meccanismo Ets con la revisione della riserva di stabilità del mercato, un taglio degli oneri fiscali e parafiscali sulle bollette “al livello massimo consentito” dalle regole europee, un allungamento del credito d’imposta per gli energivori fino all’entrata in vigore del meccanismo che redistribuisce la produzione di gas nazionale all’industria a prezzi calmierati. Secondo Mariotti “L’incremento dei prezzi di elettricità e gas assomma a 1.047,8% dei prezzi rispetto a febbraio 2021”. “Questi costi”, ha detto “hanno azzerato completamente i margini di profitto” e “tutto questo sta portando a una vera e propria interruzione della produzione”. Mariotti ha spiegato: “Il caro energia incide soprattutto sugli energivori e sulle aziende dell’autotrasporto. Mariotti ha invocato l’intervento delle istituzioni, ricordando che “non abbiamo tempi lunghi: abbiamo tempi di giorni, settimane, non di più” e che “non parlo di rischio o possibilità di rischio di fallimento, parlo di fatti che si stanno concretizzando in questi giorni”. Secondo Confindustria, è quindi necessario un “potenziamento inedito” delle misure di breve e lungo periodo del DL Energia. Confindustria è soddisfatta delle norme sullo sfruttamento delle risorse gas nazionale, nonché alle misure sul credito d’imposta che però “non possono essere misure che guardano solamente a un trimestre ma è necessario agire con durate di almeno uno o due anni. Infine, Mariotti ha sottolineato che gli interventi varati finora sulle bollette non sono sufficienti per evitare “danni irreversibili al tessuto produttivo nazionale” e che sarà necessario rivedere tempi e obiettivi del Piano di ripresa.