Conferenza sul clima, attesa per le decisioni di Cina e USA

Conferenza sul clima, attesa per le decisioni di Cina e USA

Settimana scorsa si è aperta a Bonn, in Germania, la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima (COP23) che vede la partecipazione di oltre 190 delegati. L’obiettivo è quello di raggiungere un’intesa sulle regole per l’applicazione dell’accordo di Parigi (COP21), entrato in vigore il 4 novembre 2016 e che mira a mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C rispetto al periodo preindustriale. 

Per Sannino dell’ENEA, “la tendenza a lungo termine della temperatura media superficiale del pianeta va nella direzione sbagliata. Gli ultimi tre anni, infatti, sono stati gli anni più caldi mai registrati finora, con una temperatura media globale superiore di 1,1°C rispetto al periodo preindustriale. Nonostante negli ultimi tre anni la quantità  di CO2 immessa nell’atmosfera dalla combustione di combustibili fossili sia rimasta pressochà© stabile la concentrazione in atmosfera ha raggiunto valori eccezionali, con livelli medi atmosferici di CO2 che hanno raggiunto nel 2016 le 403 parti per milione (ppm), il 44% in più rispetto ai livelli preindustriali. Ma c’è una ragione abbastanza semplice per cui la recente stabilizzazione delle emissioni globali non si è tradotta in una stabilizzazione della concentrazione dei livelli di CO2 in atmosfera. Un pianeta più caldo rende sia la biosfera che l’oceano meno efficienti nell’assorbire CO2 dall’atmosfera. L’oceano e la biosfera terrestre assorbono attualmente solo il 50 per cento delle emissioni di CO2, mentre il restante 50 per cento delle emissioni continua quindi ad accrescere la concentrazione presente in atmosfera. 

E le cose non vanno meglio quest’anno visto che ad aprile si è raggiunto un picco €˜storico’ nella concentrazione di CO2 con 410 ppm, il valore più elevato degli ultimi 800mila anni. La soluzione è una sola: bisogna tagliare drasticamente le emissioni di CO2 in atmosfera. 

La Commissione Europea ha posto come obiettivo la riduzione delle emissioni di CO2 del 40% al 2030 e dell’80% al 2050 rispetto ai valori del 1990 (quando nell’Unione europea è stato raggiunto il picco). Ma l’Europa da sola non, se consideriamo che dei 36 miliardi di tonnellate di CO2 a livello globale ogni anno, il 30% è emesso dalla Cina, il 15% dagli Stati Uniti e solo il 10% dall’Europa. Sarà  quindi importante seguire a Bonn le misure concrete che Cina e Stati Uniti vorranno mettere in campo per ridurre in maniera drastica le emissioni”.

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