CER: Regione Lombardia ci crede

CER: Regione Lombardia ci crede

Pubblicato l’avviso di manifestazione di interesse per lo sviluppo di Comunità Energetiche sul territorio regionale.

 

Lo scorso 28 luglio Regione Lombardia ha pubblicato un avviso di manifestazione di interesse per lo sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili entro i confini regionali. L’obiettivo fondamentale del bando consiste nel raccogliere gli elementi conoscitivi delle potenzialità del territorio lombardo per l’implementazione di CER di cui facciano parte soggetti pubblici.

L’avviso di manifestazione di interesse, in particolare, ha come destinatari i Comuni: Regione Lombardia, infatti, ravvisa in questi enti i soggetti promotori per eccellenza di Comunità Energetiche Rinnovabili da costituire o già costituite sul proprio territorio di riferimento. Ciascun Comune, peraltro, potrà presentare una o più proposte progettuali; ognuna di queste, però, dovrà prevedere la realizzazione e la messa a disposizione di distinti impianti alimentati da fonti rinnovabili.

Si ricorda che gli impianti a fonti rinnovabili ammissibili sono principalmente i solari fotovoltaici, gli idroelettrici, gli eolici e quelli a biomassa.

Il bando in questione rappresenta il primo passo di un’iniziativa regionale articolata in due fasi.

La fase 1 è finalizzata a raccogliere candidature relative a progetti di costituzione e sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili nell’ambito del territorio lombardo, e riveste, pertanto, un carattere esplorativo e ricognitivo. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 30 dicembre 2022.

La fase 2, invece, mira a sviluppare azioni di supporto finanziario a favore dei progetti selezionati, tra quelli presentati durante la fase 1.

Il bando appena pubblicato – che, per l’appunto, inaugura la prima fase – richiede che le proposte progettuali relative alla costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio regionale siano corredate da una serie di elementi essenziali e da alcuni elementi aggiuntivi, denominati “qualificanti”.

Per quanto riguarda gli elementi essenziali, in particolare, è necessario che i progetti di CER indichino: 1) obiettivi; 2) azioni e interventi da attivare, con precisazione delle relative tempistiche; 3) estensione territoriale; 4) elenco dei soggetti costituenti la Comunità, con indicazione del ruolo di ciascuno, e l’atto costitutivo (se la CER è già stata costituita), oppure, in alternativa, la deliberazione del consiglio comunale con la quale il Comune si impegna alla formale costituzione della CER; 5) analisi del fabbisogno energetico medio annuale di energia elettrica e termica di tutti i soggetti costituenti la Comunità; 6) analisi degli impianti a fonti rinnovabili già esistenti; 7) stima del potenziale di fonti energetiche rinnovabili sul territorio; 8) reinvestimento dei benefici economici in servizi alla collettività; 9) distribuzione degli incentivi a soggetti in condizioni di povertà energetica e/o vulnerabilità; 10) campagna di sensibilizzazione e promozione delle comunità energetiche rivolta a tutta la cittadinanza.

Per quanto concerne, invece, gli elementi qualificanti, le proposte progettuali devono contenerne almeno quattro tra i sei indicati dal bando, ossia: a) indicazione del numero di utenze potenzialmente attivabili e stima della relativa potenza impegnata e della producibilità annua; b) proposta di soluzioni impiantistiche o gestionali innovative; c) presenza di colonnine di ricarica elettrica; d) analisi delle prospettive occupazionali e/o formative per la gestione degli impianti a fonti rinnovabili realizzati; e) consistenza ed efficacia degli interventi di efficientamento energetico già realizzati sul patrimonio edilizio dei soggetti pubblici partecipanti; f) analisi preliminare degli incentivi disponibili applicabili alla proposta presentata.

Come si è detto, per poter accedere alla Fase 2, la proposta deve contenere tutti gli elementi essenziali e almeno quattro elementi qualificanti; per quanto riguarda questi ultimi, è necessario superare una soglia minima di ammissibilità, pari a 15 punti. A ciascuno degli elementi qualificanti contenuti nella proposta progettuale di Comunità Energetica, infatti, verrà assegnato un punteggio, entro un range predeterminato dal bando. Ogni elemento qualificante, inoltre, dovrà essere accompagnato da una relazione sintetica, ma dettagliata: per gli elementi non adeguatamente descritti e motivati non verrà assegnato alcun punteggio.

Le candidature ricevute a seguito dell’avviso di manifestazione di interesse che saranno valutate positivamente potranno accedere alla c.d. Fase 2 che, come già sottolineato, prevede l’attivazione di misure di supporto economico agli interventi rivolti alla costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili. La relativa dotazione finanziaria, fissata in euro 20.000.000, verrà disciplinata con un apposito provvedimento della Giunta regionale, che stabilirà sia l’entità che le modalità di erogazione dei contributi. In ogni caso, l’avviso di manifestazione di interesse precisa che i contributi finanziari potranno essere indirizzati unicamente alle spese relative agli interventi sul patrimonio pubblico.

In generale, si può notare come il bando in esame sia particolarmente esigente: chi intende parteciparvi, infatti, dovrà presentare un progetto di Comunità Energetica Rinnovabile estremamente chiaro, definito e dettagliato: di certo, un progetto “di massima” non supererebbe la soglia di ammissibilità fissata nell’avviso.

Peraltro, vale la pena di osservare che, se alcuni requisiti risultano assolutamente ragionevoli e condivisibili, altri destano dubbi, che riguardano soprattutto due principali profili.

In alcuni casi, più precisamente, a suscitare perplessità è il contenuto del requisito: ne è un esempio il settimo dei requisiti essenziali illustrati dal bando, che ha ad oggetto “la stima del potenziale di fonti energetiche rinnovabili entro il perimetro della comunità energetica (in kW e kWh/anno), comprendendo l’eventuale recupero di calore dai processi produttivi”. Non è chiaro se, con ciò, ci si riferisca al censimento di tutte le FER sfruttabili sul territorio del Comune interessato, oppure ad impianti a energia rinnovabile già progettati, almeno a livello preliminare, e di cui sia già stata verificata, cioè, la compatibilità autorizzativa.

In altri casi, invece, ciò che sfugge è la ratio di fondo del requisito: si pensi, ad esempio, al quinto degli elementi qualificanti, che si focalizza sugli “interventi di efficientamento energetico sul patrimonio edilizio del soggetto pubblico”, con esclusivo riferimento, però, a quelli “realizzati o in fase di realizzazione”.

Passaggi del bando come quelli appena citati creano delle zone d’ombra che, verosimilmente, producendo un effetto disincentivante rispetto all’avanzamento delle candidature, rischiano di trasformare l’obiettivo di una consistente partecipazione all’iniziativa in esame in un miraggio.

Un vincolo particolarmente stringente, poi, è senza dubbio rappresentato dal fatto che, come già precisato, i finanziamenti potranno essere concessi solo per sostenere spese relative agli interventi sul patrimonio pubblico. Ciò, com’è evidente, preclude la partecipazione all’iniziativa promossa da Regione Lombardia di quei Comuni che, pur essendo intenzionati a rivestire il ruolo di promotori della costituzione di una CER sul territorio regionale, non dispongono direttamente di superfici da adibire all’installazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, dovendo, pertanto, avvalersi della messa a disposizione di spazi a tal fine idonei da parte di soggetti privati.

Vale la pena di osservare, infine, che il bando stabilisce che, a seguito della presentazione delle candidature, Regione Lombardia procederà all’analisi e alla valutazione delle proposte progettuali pervenute – al fine di qualificarle in termini di potenzialità energetiche del territorio e di opportunità di utilizzo dell’energia rinnovabile prodotta –, avvalendosi, tra l’altro, del supporto tecnico del soggetto CERL (Comunità Energetica Regionale Lombarda), introdotto dall’art. 3 della L.R. 2/2022. Ad oggi, però, non risulta che tale soggetto sia stato concretamente istituito – anche se, stando a quanto previsto dal bando, la sua costituzione dovrebbe essere imminente. Non vi è chiarezza, inoltre, in merito alle concrete modalità di funzionamento del soggetto in esame.

Nonostante queste criticità, non si può negare che il bando in questione rappresenti un’iniziativa apprezzabile. Esso costituisce, in particolare, un segno tangibile del fatto che Regione Lombardia crede davvero nelle Comunità Energetiche Rinnovabili: non ha intenzione, pertanto, di limitarsi a rendere mere proclamazioni di principio, ma si sta concretamente impegnando, sin d’ora, per promuoverle e sostenerle.