06 Giu Comunità Energetica Rinnovabile (CER) e Cittadini attivi: un connubio vincente
Partiamo da un presupposto: quando parliamo di “Comunità Energetica Rinnovabile” ci riferiamo ad un’aggregazione di utenti che decidono di dar vita ad un soggetto giuridico autonomo per condividere e gestire l’energia prodotta da uno o più impianti locali, posti a disposizione della Comunità ed alimentati da fonti rinnovabili con l’obiettivo primario di generare benefici economici, ambientali e sociali sia per i membri della CER che per il territorio su cui essa si innesta, si sviluppa ed opera.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili possiedono una spiccata caratterizzazione locale. Questa è una diretta conseguenza del fatto che tra i requisiti essenziali di queste configurazioni rientra anche quello della vicinanza territoriale, che esige che i partecipanti si trovino nello stesso territorio in cui la Comunità ha collocato i propri impianti di produzione energetica. Ecco, allora, che la costituzione di una Comunità Energetica Rinnovabile diventa una preziosa occasione per rivitalizzare l’economia di aree marginali, spesso connotate da una crescente tendenza allo spopolamento, per migliorare la qualità della vita degli abitanti e per costruire e implementare progetti e interventi di utilità sociale.
La vocazione territoriale delle Comunità Energetiche Rinnovabili si manifesta sotto vari profili. Esse, infatti, sfruttano i progetti legati all’energia rinnovabile non solo per rivolgerne i benefici economici direttamente ai propri membri, ma anche per sostenere e finanziare programmi sociali, compiere investimenti in materia di efficienza energetica, creare impiego locale, individuare delle risposte per le varie esigenze di sviluppo della comunità territoriale, nonché combattere la povertà energetica. Tutto ciò si traduce in un significativo contributo alla rivitalizzazione e/o alla crescita dell’economia della realtà territoriale interessata dalla CER.
Con questi ambiziosi obiettivi di rilancio sociale delle comunità il ruolo dei cittadini (attivi) diventa sempre più un ruolo chiave.
Un cittadino è attivo quando decide di organizzarsi, da solo o in gruppo, per fare qualcosa che serve a costruire l’interesse generale, come tutelare i diritti delle persone, i beni comuni e i soggetti in condizione di debolezza. Esso tende ad organizzarsi e fare squadra con altri perché è consapevole che dall’unione ha più possibilità di produrre cambiamenti effettivi.
Una descrizione decisamente calzante quando ci riferisce a colui che decide di far parte di una CER, che sceglie volontariamente di condividere la propria energia rinnovabile con l’obiettivo di migliorare la vita propria e degli altri membri della comunità di cui fa parte, che con essi condivide un senso di responsabilità sociale e ambientale che trova applicazione pratica in primis attraverso l’autoconsumo consapevole dell’energia e vuole lasciare alle generazioni future un mondo nuovo e vivibile.