ARERA, prezzi elettricità  e gas più elevati per clienti industriali rispetto a concorrenti europei

ARERA, prezzi elettricità  e gas più elevati per clienti industriali rispetto a concorrenti europei

Il 20 luglio è stata pubblicata la Relazione annuale dell’ARERA, che si compone di due volumi: Stato dei servizi e Attività  svolta, in totale quasi mille pagine. Ripercorriamo i principali dati per elettricità  e gas riferiti alle imprese, cosଠcome illustrati dall’Autorità  e riassunti nei due grafici allegati.

Dopo i positivi dati degli anni 2017 e 2018, che avevano visto per il settore industriale una progressiva riduzione del divario tra i prezzi medi lordi del nostro Paese e quelli più convenienti dell’Area euro, per il 2019 nell’elettrico si registra invece una pausa. Infatti, torna a crescere il divario con i prezzi medi dell’Eurozona, “con i clienti industriali che nel 2019 continuano a pagare prezzi più alti di quelli della media dell’Area Euro, per tutte le classi, a causa del rialzo dei prezzi netti (energia e costi di trasporto) e delle imposte e oneri. Per la prima classe di consumo (consumi inferiori a 20 MWh) si è passati, rispettivamente, dal +8% del 2018 al +45% del 2019, mentre per le altre (consumi tra 20-500, 500-2.000, 2.000-20.000 MWh/a) si è passati da circa il +10% del 2018 a valori prossimi al 20%. Anche per le classi con consumi tra i 20.000 e 70.000 MWh/a e da 70.000 a 150.000 MWh/a si passa rispettivamente dal 6% al 18% e dal -12% al +9%. I differenziali di prezzo sembrano tornati su livelli prossimi a quelli registrati nel 2016, anche se restano ancora ben inferiori a quelli degli anni precedenti, quando si attestavano tutti su valori vicini al 30%.

Per i prezzi del gas per i consumatori industriali nel 2019 si interrompe la tendenza, delineatasi negli ultimi anni, secondo la quale le imprese industriali appartenenti alle tre classi a maggior consumo di gas beneficiavano di prezzi lordi più vantaggiosi rispetto a quelli medi dell’Area euro, con differenziali in riduzione, mentre i prezzi per le prime classi erano più alti, con differenziali sostanzialmente stabili. Infatti, per la classe a più alti consumi (cioè con consumi annui compresi tra 26 e 105 milioni di m3) il differenziale è diventato positivo, sia pure con un modesto + 1% (era -5% nel 2018). Per le due classi a più bassi consumi (fino a 263.000 m3/anno) il differenziale mostra un aumento, passando al +18% (era +15%) e al + 6% (era al +4%). Per quanto riguarda i prezzi netti, i differenziali sono invece tutti positivi e compresi tra il +3% della terza classe e il +14% della prima e dell’ultima. Anch’essi sono in leggero aumento rispetto all’anno precedente per quasi tutte le classi. I prezzi italiani comunque si confermano più bassi, come di consueto, di quelli dei consumatori industriali tedeschi ad eccezione della prima classe di consumo, ma anche di quelli inglesi almeno per le ultime tre classi di consumo, mentre la Spagna mantiene prezzi più bassi in tutte le classi di consumo e aumenta il divario con i prezzi più bassi della Francia (fino a +60% per le classi a maggiori consumi)”.