14 Giu A MAGGIO CONSUMI IN CALO E PRODUZIONE INTERNA IN CRESCITA
Rallentamento dei consumi industriali e civili, aumento prelievi per il termoelettrico. In ripresa la produzione interna.
In maggio l’Italia ha consumato 4.121,2 milioni di mc di gas, in calo del 3% o di circa 120 mln mc sullo stesso mese del 2020, ma in aumento dell’1,5% sulla media del decennio 2012-2021. Le temperature tornate normali rispetto a quelle dello scorso anno insieme al rallentamento della domanda industriale hanno compensato il rialzo a doppia cifra dei consumi di gas del termoelettrico.
Analizzando la domanda per settore di consumo, i prelievi del comparto civile sono diminuiti da soli di circa 190 mln mc o di un 13,7% a 1.199,4 mln mc (-8,5% sulla media del decennio), per temperature medie più alte, forse sommate a un rallentamento delle attività economiche. L’industria ha prelevato 100 mln mc in meno che nel 2021 (-8,4%) e anche il -2,7% in più della media del decennio 2012-21, per effetto delle fermate delle produzioni o del passaggio a combustibili alternativi. Il termoelettrico ha prelevato invece oltre 200 mln mc o il 13,7% in più, segnando un incremento del 14,8% sulla media decennale a 1.701,1 mln mc. In totale, nei primi cinque mesi dell’anno, l’Italia ha consumato 34.928,1 mln mc, circa 600 mln mc o l’1,7% in meno dello stesso periodo del 2021 (+3,6% sulla media del decennio), per effetto combinato di un -8,1% dell’industria a 5.607,7 mln mc (-4,5% sulla media decennale), di un +7,7% del termoelettrico a 10.733,8 mln mc (+17,9% sul decennio) e di un -4,9% del civile a 17.390,3 mln mc (-2,1% sulla media 2012-21). Analizzando l’offerta, il calo dei flussi dalla Russia ha determinato un calo dell’import superiore a quello della domanda: -6,7% o 350 mln mc in meno a 6,277,5 mln mc (+8% sulla media del decennio), frenando le iniezioni nette in stoccaggio: -9,9% a 2.414,5 mln mc (+9,1% sulla media decennale). In ripresa la produzione interna (+30% a 258,2 mln mc) anche se principalmente per il valore molto basso del 2021 (-43,9% sulla media decennale).
Guardando alle singole fonti di importazione, crolla come detto la Russia a 1.072,3 mln mc (-62,8%), cresce ancora l’Algeria, prima fonte a 2.049,5 mln mc (+9,3%), vola il Nord Europa a 891,3 mln mc (+757,5%), poco dietro l’Azerbaigian, terza fonte con 898 mln mc, mentre frena la Libia (-25,9%) a 239 mln mc.